Dopo le polemiche della scorsa settimana, legate all’iniziativa di Avis Lombardia in accordo con la Regione per portare avanti le vaccinazioni dei donatori di sangue – un caso poi rientrato in seguito all’intervento di Gianpietro Briola presidente di Avis Nazionale – il Ministero della Salute ha rilasciato una nota di chiarimenti in cui ribadisce che il dono è sicuro e che i donatori di sangue potranno essere vaccinati subito dopo le categorie a rischio.
Per ribadire quanto chiarito dal Ministero della Salute, è dunque arrivato un comunicato di Centro nazionale sangue e Civis (Coordinamento Interassociativo Volontari Italiani Sangue) che alla nota ministeriale aggiunge proprio un passaggio importante sulla sicurezza dei donatori, sottolineando come dall’inizio della pandemia non si è mai verificato alcun focolaio nato in seguito a donazioni di sangue.
Ecco il testo saliente del comunicato congiunto:
“La vaccinazione dei donatori di sangue potrà essere prevista successivamente alla vaccinazione delle categorie fragili a rischio – si legge-, secondo quanto verrà stabilito negli aggiornamenti del documento ‘Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARSCoV2/COVID-19 – marzo 2021’, ferma restando la possibilità del donatore di sangue di essere sottoposto a vaccinazione qualora rientri in una delle altre categorie individuate dal medesimo Piano”. Anche l’eventuale utilizzo dei presidi sanitari adibiti a Centri di Raccolta Sangue, quale punti di vaccinazione straordinaria, come in procinto di attuazione in alcune zone, quindi, non è da intendersi collegato alla vaccinazione dei donatori bensì a quella delle categorie già previste.
Dall’inizio della pandemia, ricorda il CNS, il Sistema Trasfusionale si è attivato per garantire la massima sicurezza per procedure, a partire dalla raccomandazione di prenotare la donazione, e percorsi dedicati. Le indicazioni vengono aggiornate periodicamente per tenere conto di tutti gli aspetti della trasmissibilità del virus che emergono nel corso del tempo. “Il risultato degli sforzi che abbiamo messo in campo insieme alle Strutture Regionali di Coordinamento ed alle Associazioni e Federazioni del CIVIS (AVIS, CRI, FIDAS e FRATRES) è che la donazione rimane una procedura assolutamente sicura – ricorda il direttore del Centro Nazionale Sangue Vincenzo De Angelis -, e non si hanno notizie di focolai tra i donatori o gli operatori dei centri di raccolta. I donatori non rappresentano quindi una categoria più a rischio di contrarre il virus”.
A livello locale, segnala sempre la nota del Ministero, alcune iniziative hanno fatto intendere la possibilità di vaccinare i donatori in anticipo rispetto ad alcune categorie previste dal Piano. “La richiesta da parte dei donatori di essere vaccinati è comprensibile – afferma Paolo Monorchio, Coordinatore pro tempore del CIVIS -, e una volta esaurita la vaccinazione delle categorie più a rischio sarà possibile occuparsi dei donatori che ringraziamo perché con il loro gesto periodico anche in questa lunga pandemia continuano a garantire un Livello Essenziale di Assistenza. Nel frattempo però si può continuare a donare in sicurezza, senza aver paura di contagiarsi, anche nelle zone rosse”.
Continuare a donare in serenità, insomma, è assolutamente una priorità del sistema sanitario, senza troppi problemi legati alla campagna vaccinale. Autosufficienza nazionale in fatto di raccolta sangue e plasma, restano le priorità assolute.