Briola sulle vaccinazioni anti-Covid: “Le associazioni a disposizione del Paese”

2021-03-24T18:17:27+01:00 23 Marzo 2021|Attualità|
di Redazione

L’accordo tra Avis Lombardia e la Regione Lombardia per le modalità della vaccinazione anti-Covid ha alzato la temperatura nel mondo dei donatori di sangue e plasma. L’accordo infatti sembra privilegiare i donatori lombardi e i loro familiari, mentre nel resto del Paese le indicazioni di Avis sono chiare: mettersi a disposizione della comunità nazionale privilegiando – come da direttive del governo – le categorie più fragili e a rischio. E quanto ai donatori, nessuna distinzione tra le diverse associazioni.

Il presidente di Avis Lombardia, Oscar Bianchi, aveva motivato l’accordo con l’assessorato di Letizia Moratti e con il presidente Attilio Fontana spiegando che l’obiettivo era salvaguardare l’autosufficienza lombarda in tema di disponibilità di sangue e di plasma. Ma sul tema era intervenuto il presidente di Fidas, Giovanni Musso, affermando in sostanza di vedere nella decisione di Bianchi una scelta che privilegia gli associati Avis, e ricordando quindi che “non esistono donatori di serie A e di serie B”.

Il presidente di Avis Gianpietro Briola

Oggi sulla vicenda interviene il presidente nazionale di Avis Gianpietro Briola, che nel fare chiarezza sui precisi intenti dell’associazione, cerca anche di riportare l’ambiente dei donatori alla necessaria serenità. Ecco la sua lettera a DonatoriH24:

Caro Direttore, 

               il tema delle vaccinazioni ha già creato nel nostro Paese tante incertezze e difficoltà, mostrato l’incapacità programmatoria e decisionale, evidenziato la mancanza di linee di indirizzo condivise che hanno messo in risalto ancora di più i limiti della regionalizzazione sanitaria con l’autonomia sulle materie concorrenti.  E neppure vorrei tornare alla confusione e alle aspettative create fin dall’inizio con l’offerta non circonstanziata e occasionale dei test antigenici quale merce di “promozione” alla donazione. 

Mia intenzione è evitare insensate polemiche ma cercare di fare chiarezza e rendere un terreno di confronto comune e condiviso.

L’urgenza di uscire dalla crisi pandemica trova un’unica attuale soluzione nelle vaccinazioni: nel più breve tempo possibile e per il numero maggiore di cittadini.  Oltre alla disponibilità delle dosi è necessaria una capillarizzazione dell’offerta soprattutto nelle zone più disagiate e il coinvolgimento del maggior numero di sanitari disponibili.  

A ciò, Avis nazionale ha offerto la propria disponibilità nell’utilizzo delle proprie sedi di raccolta e le Avis territoriali hanno declinato in autonomia le loro disponibilità con accordi diretti con chi ne ha la responsabilità.

Quanto al caso Lombardia, oltre il difetto comunicativo che possa aver dato adito a fraintendimenti, la Delibera regionale parla di ‘donatori associati’, non pone distinzioni di sigle e neppure pone priorità di accesso, privilegi o facilitazioni.  Tende invece a rendere capillare il sistema e a facilitare gli accessi di donatori e familiari – quando sarà il turno stabilito secondo le linee del Commissario – mettendo a disposizione locali conosciuti e personale che faciliti il percorso.  Tali percorsi, attuati con il sistema di registrazione regionale saranno a diposizione delle agende lombarde. 

In Italia i donatori sono per il 92% associati ed in Lombardia il 92% è iscritto ad Avis capillarmente diffuso in tutta la regione. Un dato che se colto e gestito nella condivisione e inclusione delle famiglie, agevola l’accesso alla vaccinazione, aumenta il numero dei cittadini vaccinati e garantisce presente e futuro della donazione.

L’auspicio è che ogni territorio si organizzi rapidamente e si faccia un piano credibile ed attuabile attraverso tutte le disponibilità offerte.

Tale evidente sensibilità e preoccupazione per le sigle e le appartenenze anche corporative, limite mai sopito della nostra cultura nazionale, nell’elencare le priorità alle vaccinazioni spero valga anche per nostri comportamenti e scelte singole e personali.

Ringrazio e porgo cordiali saluti

Gianpietro Briola, presidente nazionale Avis