Dopo aver fotografato la situazione di questo inizio del 2021 sulla raccolta dei globuli rossi, ecco i dati sulla raccolta plasma, che come sappiamo, visto il livello italiano di autosufficienza a oggi assestato intorno al 70% del fabbisogno, meritano un’attenzione ancora più speciale.
Il 2020, come abbiamo visto nelle settimane precedenti, si era chiuso con un dato leggermente negativo rispetto al 2019, mostrando che i problemi organizzativi e il morale basso a causa della pandemia non sono stati ammortizzati in toto dal sistema e dai donatori.
Gennaio 2021, purtroppo, secondo i dati resi pubblici dal Centro nazionale sangue, non si apre con un cambiamento di rotta.
Il calo della raccolta del plasma inviato alle aziende per il frazionamento e la produzione di farmaci è del -13,5%, e come si può vedere in figura 1 sono tante le regioni del Paese con il triangolino rosso e il vertice girato verso il basso, prova inequivocabile di una prestazione inferiore rispetto al gennaio del 2020.
In particolare, cresce la raccolta in Toscana (+14,7%), in Friuli Venezia Giulia (+19,4), in Umbria (+9,3%) e nelle province autonome di Trento e Bolzano, rispettivamente del 21,7% e 19,6%. Il calo riguarda il resto del Paese, con picchi rilevanti in regioni solitamente guida e decisive per la raccolta nazionale, come Lombardia (- 14,3%), Veneto (- 18,9%) ed Emilia Romagna (-10,1%).
In termini di raccolta in chilogrammi, come emerge dalla figura 2, il calo rispetto al 2020 è di circa diecimila chili.
Naturalmente si tratta solo della partenza, e ci sarà tempo per recuperare, ma nell’anno del World Blood Donor Day in Italia (doveva esserci già nel 2020 poi è stato rimandato al 2021 per la pandemia) sarebbe simbolicamente importante aumentare il livello di autosufficienza nazionale oltre la soglia del 70% e accrescere la quantità di plasma consegnato alle industrie di frazionamento per la produzione degli importantissimi farmaci salva-vita. La salute di molti pazienti ne trarrebbe beneficio.