Donazioni di sangue e lockdown: ecco qual è la risposta dei donatori in Sardegna, Piemonte e Toscana

2020-11-26T17:21:46+01:00 17 Novembre 2020|Primo Piano|
di Laura Ghiandoni

Mentre il paese affronta le settimane cruciali per evitare un peggioramento dell’epidemia di Covid, le associazioni di donatori di sangue proseguono nel dimostrare il proprio impegno per garantire una raccolta di unità di sangue sufficiente a offrire cure a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.

La situazione del sangue per ora sembra stabile e non ci sono numeri che facciano pensare ad una diminuzione della raccolta, ma alcune località hanno riscontrato un calo e lanciato un appello. Vediamo come hanno risposto le comunità di donatori in Sardegna, Toscana e Piemonte in questo particolare periodo in cui il lockdown sta diventando realtà in molte regioni.

Sardegna: la raccolta procede, ma a chiazze

In Sardegna, oggi zona gialla, Sassari è la città che ultimamente ha chiesto più a gran voce un rinnovato slancio da parte dei cittadini per sopperire alla necessità dei pazienti talassemici.

Il presidente regionale Avis, Antonio Carta, spiega cosa sta avvenendo: “L’epidemia ha di base diminuito i numeri della raccolta in Sardegna. Qualche difficoltà c’è e la percentuale di compensazione non copre il bisogno attuale.

Sassari è tra quei territori che oggi vedono diminuiti le donazioni di sangue a causa del Covid” e continua: “I donatori si fidano della nostra organizzazione e della nostra associazione, ma abbiamo riscontrato che oggi si fidano di meno degli ospedali ai quali non si rivolgono volentieri”.

Infine conclude: “Per superare il problema noi stiamo contribuendo con le raccolte itineranti” ma l’iniziativa non è una soluzione semplice: “il clima di novembre non favorisce questo tipo di iniziativa”.

Toscana, il lockdown non frena i donatori di sangue

Il neo presidente regionale Fratres eletto il 24 ottobre, Claudio Zecchi, racconta questo periodo in cui anche la Toscana è diventata zona rossa dandoci una buona notizia: “Il nuovo lockdown per ora non sta causando delle diminuzioni nei numeri della raccolta sangue, ci sono abbastanza prenotazioni e i donatori sono attivi”.

Continua spiegando gli ultimi appelli diffusi: “Mi risulta che Pontedera ed Empoli abbiano inviato richieste ufficiali di allerta sangue nelle ultime settimane”.

Il primo caso secondo Zecchi: “Era prevenibile, in quanto il problema è sorto per motivi di sicurezza. Ai volontari presenti nella sala d’accoglienza dell’ospedale è stato chiesto di non presenziare più.

C’è stato un momento di riorganizzazione e ora le chiamate ai donatori di sangue, che venivano effettuate dall’ospedale, vengono compiute dalle sedi di donazione”. Il risultato è che “l’allarme sta lentamente rientrando”.

Riguardo invece al caso di Empoli, Zecchi ha detto: “C’è stato un momento di calo di donazioni, la situazione oggi è rientrata del tutto e le mattinate di donazione sono prenotate quasi totalmente”.

Più in generale sulla regione ha concluso: “I donatori periodici sanno che possono circolare e che hanno percorsi puliti e Covid-free per andare a donare. Il donatore sa che può donare in totale sicurezza”.

Il Piemonte e la risposta dei donatori all’appello di Saluzzo

Livio Delfiore, vicepresidente di Adas Saluzzo, attiva in provincia di Cuneo con Fidas Piemonte, ci racconta se è rientrata l’emergenza lanciata qualche tempo fa.

“Sì, i donatori hanno risposto al nostro appello dopo che l’ospedale di Sovigliano di Saluzzo a Cuneo aveva chiesto il nostro supporto”.

Secondo il portavoce, “Con tutte le problematiche generate dal Covid sicuramente si va meno a donare” comunque è possibile dire che “il lockdown non ha influenzato gli spostamenti: le persone sanno di poter uscire per donare, anche se molti hanno paura di rivolgersi agli ospedali”.

Per concludere Del Fiore racconta un’esperienza positiva, e spiega: “Noi, insieme alle altre associazioni di donazione della federazione Fidas piemontese, organizziamo dei prelievi collettivi che in questo periodo stanno dando ottimi risultati”.