Il legame tra donatori e sistema sanitario all’assemblea di Avis numero 85

2020-11-02T20:51:24+01:00 2 Novembre 2020|Donazioni|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Un’assemblea generale Avis inedita, virtuale, dopo che, a causa dell’epidemia di Covid-19, la più grande associazione di donatori di sangue italiana con circa 1 milione e 300 mila soci era stata costretta a rimandare l’appuntamento annuale dello scorso maggio previsto a Perugia, il numero 85 della propria storia.

È chiaro che per un mondo, come quello del volontariato, che fa del contatto umano, della solidarietà e dei valori di condivisione e comunità i suoi cavalli di battaglia, non potersi incontrare di persona non è il massimo, ma anche in videoconferenza è stato possibile approfondire il tema clou della giornata, ovvero il ruolo essenziale dei donatori per la tenuta del sistema sanitario.

I mesi dell’epidemia lo hanno dimostrato ancora una volta con chiarezza, perché come abbiamo testimoniato attraverso i report di Donatorih24 sui numeri della raccolta sangue e plasma pubblicati dal Centro Nazionale sangue, a parte un momento iniziale coinciso con le primissime settimane di lockdown, i valori della raccolta nel 2020 non hanno subito variazioni significative, ed è qualcosa di estremamente confortante se si pensa anche alle limitazioni e alle misure di prevenzione che determinano gli accessi contingentati nei centri trasfusionali. Anche i dati 2019, per l’associazione, sono stati eccellenti, con più di due milioni (2.010.500 per esattezza) donazioni di sangue ed emocomponenti effettuate.

Le parole del presidente Briola

Giovani volontari Avis

Orgoglioso di questo risultato, Gianpietro Briola presidente di Avis nazionale ha dedicato belle parole al lavoro delle sezioni locali, ribadendo i valori chiave del dono nel nostro Paese. “AVIS si conferma la più grande associazione del dono del sangue italiana – ha detto – e grazie al gesto volontario, gratuito, periodico, responsabile dei suoi soci riesce a garantire circa il 70% del fabbisogno nazionale. Fin dalla nostra fondazione nel lontano 1927 abbiamo saputo cogliere e affrontare con coraggio le sfide che si sono presentate sul nostro cammino. AVIS è sempre stata in grado di dare ascolto e seguito ai bisogni della collettività con profondo senso civico”.

Significative le dichiarazioni di Briola sul 2020, non solo parole celebrative di un lavoro sul campo finora concreto e importante, ma soprattutto concetti mirati a non far calare l’impegno associativo nei prossimi mesi, probabilmente difficili, che ci aspettano. “La pandemia ha richiesto una risposta immediata, pronta e risolutiva da parte della nostra Associazione, da sempre impegnata in prima linea nella difesa del diritto alla cura. Sappiamo che il ruolo di AVIS in questa emergenza non si è esaurito, ma anzi dovrà proseguire nei prossimi mesi con rinnovata determinazione. Per questo il nostro più profondo ringraziamento va ai donatori, ai volontari e al personale medico-infermieristico che in questa lotta al Coronavirus possono davvero fare la differenza”.

L’intervento per Donatorih24

Il presidente di Avis Gianpietro Briola

Ecco invece che cosa ha detto Briola in esclusiva per Donatorih24, commentando l’assemblea nazionale di sabato 31 ottobre: “Nonostante i timori iniziali per la nuova modalità l’assemblea è andata molto bene sia come partecipazione che come intensità e vivacità nel dibattito. Siamo soddisfatti del risultato e di come i dirigenti si sono abituati alle nuove necessità. Ma l’adattabilità del resto è una dote dei donatori: come si sono abituati all’emergenza per donare, così lo hanno fatto per questa nuova forma d’incontrarsi. Purtroppo siamo alla fine del 2020 per deliberare sulle attività e il bilancio 2019, ma abbiamo già iniziato a creare le linee per il futuro, per avere un’associazione sempre pronta in base alle nuove sfide e necessità del presente. C’è stata grande condivisione da parte delle delegazioni regionali, che hanno tutte votato i bilanci e anche le proposte con le modifiche del regolamento per l’adeguamento alla legge 117 sulla rete associativa, un tema che tuttavia sarà centrale nei prossimi mesi”.

Chiusura sulla raccolta sangue e plasma, e su ciò che dobbiamo aspettarci per lo sprint finale da qui al 31 dicembre: “La raccolta del 2020 in Italia è andata bene soprattutto per quanto riguarda il plasma, cosa che non è accaduta nei paesi dove la raccolta plasma è a pagamento, paesi nei quali c’è stato un crollo. La plasmaferesi è andata bene, semmai abbiamo avuto qualche problemino in più con il plasma di tipo B, quello da scomposizione, perché è calata la raccolta di sangue intero. I donatori però si sono abituati bene alla donazione programmata su chiamata, con giorno e orario stabilito, e credo che non avremo problemi nei prossimi mesi”.