Mentre gli ospedali tentano di gestire il nuovo afflusso di malati di Covid, le scelte compiute dal sistema sanitario nazionale e regionale durante la gestione della prima fase dell’epidemia sono ancora sotto la lente d’ingrandimento di alcuni programmi televisivi d’inchiesta andati in onda negli ultimi giorni.
La cura al Covid, il plasma iperimmune, ma anche il tempo necessario per sottoporsi a test sierologico o tampone, sono stati al centro del dibattito condotto sia lunedì 26 ottobre da Report, sia martedì 27 ottobre da Le Iene, com’è noto format in cui le vicende sono affrontate con un taglio più spettacolarizzato.
Durante le puntate – ancora visibili online – sono emersi nuovi testimoni per raccontare i retroscena di una vicenda, l’epidemia di Covid, che con i suoi rovesci drammatici, ha oscurato quasi tutto l’anno 2020, colpendo duramente in particolare la regione Lombardia.
Il grave ritardo dei test sierologici in Lombardia e la puntata di Report
Nella puntata di lunedì 26 ottobre il programma d’inchiesta Report è tornato sul tema dei test sierologici in Lombardia. Il giornalista Giorgio Mottola, impegnato anche nella trascorsa puntata a scoperchiare il vaso di pandora dei possibili errori commessi dal governo regionale, ha mostrato gli indizi di in un tentativo di rallentare la diffusione dei test sierologici rapidi.
L’Azienda territoriale di Pavia e l’autorizzazione negata per i test sierologici
In particolare è emerso un episodio che riguarda l’Azienda socio-sanitaria territoriale di Pavia, che nel mese di marzo non avrebbe autorizzato la ricerca degli anticorpi nel sangue dei cittadini del paese di Robbio, una proposta avanzata dal sindaco locale Roberto Francese.
Alcuni messaggi Whatsapp del segretario della Lega, a prova della tesi del giornalista Mottola, dimostrerebbero l’intenzione di boicottare l’arrivo dei test e isolare il sindaco di Robbio, che aveva avuto l’iniziativa di tutelare i cittadini.
Il fascicolo della procura sull’appalto per i test concesso a Diasorin
Secondo l’inchiesta di Report, i test concesso a Diasorin da chiarire la posizione del San Matteo di Pavia, indicato come l’ospedale che ha firmato il contratto in esclusiva con l’azienda farmaceutica Diasorin, incaricata (senza bando), di effettuare con un mese di ritardo 500mila test per 2 milioni di euro.
L’Insubria e la Lega
La procura di Pavia ha ora aperto un fascicolo sull’appalto all’azienda Diasorin, che secondo Report è anche uno dei più importanti clienti della Fondazione Istituto Insubrico della vita, il cui dirigente è Andrea Gambini, uno degli esponenti della Lega.
Sempre alla Lega è poi connesso il Comitato etico dell’Insubria, nel varesotto, comitato balzato in cronaca questa settimana anche per un secondo caso, l’autorizzazione arrivata con forte ritardo riguardo l’utilizzo del plasma iperimmune su un paziente grave ricoverato all’ospedale Sant’Anna.
La gestione dell’epidemia negli ospedali
A margine stessa puntata, è stato inoltre approfondito il tema della gestione dell’epidemia oggi negli ospedali, ed è emerso che esiste una lista di ambulanze utilizzate come ospedali mobili perché mancano posti nei reparti Covid, e non più soccorrere i pazienti in caso di bisogno. La giornalista Chiara De Luca ha raccontato, per esempio, come nell’ospedale Tor Vergata di Roma e in numerosi altri ospedali le ambulanze siano utilizzate come veri e propri luoghi di isolamento Covid.
GUARDA la puntata di Report del 26 ottobre
Le Iene ed il reportage dall’interno del reparto Covid di Padova
Dopo i mal funzionamenti, ecco invece un caso virtuoso. Nella puntata andata in onda il 27 ottobre, Alessandro Politi ha raccontato con quali cure e come si combatte il Coronavirus nel reparto Covid di Padova: “L’Azienda ospedaliera di Padova è all’avanguardia anche per le terapie sperimentali utilizzate” ha spiegato il giornalista, che nel suo reportage ha raccontato il perché nel dettaglio: “Oggi non esiste ancora una cura certificata e standardizzata contro il Covid, ma solo terapie in sperimentazione.
Si usa l’antivirale Remdesivir che cerca di bloccare la riproduzione del virus rallentandone la propagazione, il cortisone che combatte l’iper infiammazione dovuta al coronavirus, l’eparina dal basso peso molecolare, che aiuta a non far formare i trombi nel sangue e molte altre terapie”.
Il plasma iperimmune e le testimonianze di Padova
Con la direttrice del reparto malattie infettive, Anna Maria Cattelan, Politi è entrato poi nel reparto Covid, nel quale molti pazienti in corso di guarigione e ancora affetti dal Coronavirus, hanno raccontato l’esperienza della malattia e cosa significhi ricevere l’infusione di plasma iperimmune.
“Angela” spiega il giornalista “è un caso particolare di paziente che non può essere sottoposta a terapia a base di Remdevisir, perché in dialisi, ma può essere sottoposta a plasma iperimmune”.
La dirigente interviene spiegando: “Il Remdesivir in questo caso non può essere utilizzato perché se abbiamo un rene che funziona male certi farmaci continuano a rimanere in circolo con una certa tossicità”.
La Cattelan nel corso della puntata, ha parlato di numeri, fissando il punto della situazione: da marzo fino a settembre, a Padova, sono stati trattati con il plasma iperimmune 48 pazienti. Da settembre ad oggi ne sono stati trattati 35 e nessuno è deceduto a causa del Covid.
GUARDA la puntata delle Iene del 27 ottobre