Già a luglio la raccolta dei globuli rossi non era stata all’altezza dello stesso periodo di riferimento nel 2019 (con un calo del -9,6%), e purtroppo anche ad agosto non c’è la una vera e propria ripresa immediata che si poteva auspicare, probabilmente a causa delle regole precauzionali di distanziamento e delle conseguenti difficoltà sul piano organizzativo che si accentuano nei mesi estivi. Il calo registrato ad agosto, dunque, sul dato nazionale, è del -7%, e come si vede dalla predominanza di triangoli rossi (Fig.1), ha riguardato praticamente tutte le regioni. Solo le provincie autonome di Trento e di Bolzano, hanno migliorato il proprio dato rispetto all’agosto dell’anno passato.
In concomitanza con il calo produttivo, vi è stato anche un calo dei consumi, tuttavia leggermente inferiore. Le regioni, complessivamente, hanno consumato il 2,9% in meno di unità di sangue, fatta eccezione per la provincia autonoma di Bolzano, la Calabria e la Sicilia.
Per quanto riguarda invece il dato aggregato del Cns che raccoglie e confronta i dati di produzione e consumo tra i primi otto mesi del 2019 e i primi otto del 2020 (fig.3), si nota come quest’anno vi siano circa 90 mila unità raccolte in meno, a fronte di un minor consumo di circa 80 mila. Una situazione senza dubbio sostenibile che tuttavia richiede un cambio di rotta per i prossimi mesi che mancano alla fine dell’anno, nel nome dell’autosufficienza ematica da considerare un valore fondamentale per tutto il sistema.
Le associazioni, infatti, stanno lavorando molto sul piano della sensibilizzazione e delle campagne per reclutare nuovi donatori, per evitare ulteriori cali dovuti alle influenze stagionali e assicurare al sistema al cambio generazionale, come dimostrano le recenti campagne di Avis in favore delle vaccinazioni gratuite per donatori e i dati del recente convegno nazionale Fidas. Sfide di sistema complesse, che tuttavia possono essere vinte.