Plasma iperimmune, il nuovo studio in Emilia Romagna

2020-09-29T17:44:33+02:00 29 Settembre 2020|Primo Piano|
covid di Laura Ghiandoni

La Regione Emilia Romagna punta sul plasma iperimmune e lo fa con uno studio che permetterebbe di raccogliere quelli che sono stati definiti “arsenali di plasma”, grandi scorte di materia prima da utilizzare per vincere la guerra al Covid in caso di ritorno dell’epidemia.

L’Azienda sanitaria locale, il Centro regionale sangue e l’assessorato alle Politiche per la Salute, insieme alla Regione Emilia Romagna, hanno infatti approvato il nuovo protocollo che richiamerà al centro trasfusionale due gruppi di persone, per sottoporli alla plasmaferesi. Il primo gruppo includerà tutti coloro che sono stati affetti da Covid-19 e quindi ospedalizzati, il secondo gruppo è composto dai donatori volontari di plasma che sono stati affetti dalla forma asintomatica del virus.

L’idea di un nuovo protocollo ha trovato un terreno fertile grazie al successo di risposta dei donatori, che hanno accettato di sottoporsi a test sierologico durante le procedure che anticipano la donazione di sangue e plasma. Infatti sul territorio emiliano-romagnolo, nel periodo dal 6 luglio al 20 settembre, sono stati sottoposti a test oltre 35.623 donatori, cioè il 61 per cento dei donatori di sangue e plasma periodici a cui è stata fatta la proposta.

La regione Emilia Romagna partecipa al protocollo nazionale Tsunami, che prevede lo sviluppo della sperimentazione con il plasma iperimmune su tutto il territorio italiano, un progetto finora ostacolato da procedure burocratiche troppo complesse e dalla carenza di donatori e pazienti, come emerso grazie ad una intervista di DonatoriH24 al responsabile del progetto Francesco Menichetti.