Carenze sangue, la situazione dopo il periodo critico
I donatori rispondono, ma i problemi non mancano

2020-09-10T10:35:48+02:00 10 Settembre 2020|Donazioni|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Come è evoluta la situazione delle carenze sangue in Italia dopo gli appelli generali del periodo immediatamente successivo a Ferragosto? C’è stata la risposta dei donatori e il successivo ritorno alla normalità? Sicuramente la situazione è migliorata, ma scandagliando i media si nota che non mancano territori in sofferenza e carenze sangue a macchia d’olio in molte regioni italiane.

Dai dati sulla raccolta e consumo di globuli rossi pubblicati sul sito del Centro nazionale sangue e commentati su Donatorih24.it, è infatti emerso che rispetto al 2019 bisognerà andare in recupero nei prossimi mesi, al fine di salvaguardare l’autosufficienza. Il lockdown si è fatto sentire e anche le misure di sicurezza influiscono sul dono, in quanto, anche in seguito agli appelli, non è possibile accogliere nelle strutture trasfusionali oltre un certo numero di persone.

Qualche giorno fa, su Repubblica, il nuovo direttore del Centro nazionale sangue che proprio a Donatorih24 ha riservato le sue prime parole dopo la nomina, ha quindi spiegato che bisogna organizzarsi per assicurare le donazioni e le scorte, e che è molto giusto aumentare i punti di accesso al dono per favorire i donatori.

Intanto, nelle ultime ore, appelli al dono causa carenze arrivano principalmente dalla Toscana, e in particolare da Anna Baldi, direttore del servizio trasfusionale dell’Asl di Massa e Carrara, situazione per la quale sono state predisposte aperture straordinarie di altri centri.

Rispetto al periodo più critico, come possiamo vedere sul sito del Meteo del sangue Toscana e in figura 1, la situazione e migliorata, ma l’ultimissimo aggiornamento ci mostra come esista un’emergenza per il gruppo 0- e una fragilità diffusa per molti altri gruppi.

Fig.1 Il Meteo del sangue in Toscana

Anche in Sicilia, da Palermo, è arrivato un allarme per l’assenza sangue, che in tutta la regione mette in difficoltà le strutture ospedaliere e i malati talassemici, mentre in Umbria è l’Avis di Foligno a segnalare ai donatori la necessità di una svolta.

In questi mesi più che mai, dunque, è necessario che tutti gli attori in gioco possano collaborare al meglio per ridurre i rischi oggettivi di carenze generalizzate, un rischio che preoccupa le istituzioni di controllo e garanzia attive sul campo come Cns e Civis, e tornano d’attualità le parole di Gianpietro Briola che lo scorso giugno, in Commissione Affari Sociali, aveva chiesto risorse aggiuntive per favorire la raccolta sangue e prevenire le incognita dell’autunno che sta per arrivare.