Pochi giorni fa abbiamo riportato i dati, piuttosto positivi, della raccolta plasma sul territorio nazionale nel mese di luglio, dati sicuramente buoni e in grado di far pensare con un certo ottimismo alla chiusura del 2020 e agli obiettivi del Piano nazionale plasma. E sulla raccolta globuli rossi cos’è successo? Dopo un giugno positivo (non doveva ingannare il dato finale con due regioni mancanti), non è altrettanto brillante il dato di luglio, che vede un -9,6% generale sul piano nazionale (anche è sempre bene ricordare che manca il Lazio).
In generale, come si può osservare in figura 1, sono soltanto tre le regioni che hanno fatto registrare un miglioramento relativo in confronto a luglio 2019: si tratta di Valle d’Aosta (+1%), Emilia Romagna (+1,9%) e Abruzzo (+ 5,3%). Tra i cali invece più ingenti troviamo l’Umbria con un rilevante -18,5%, la Puglia con un – 8,3% e il Friuli Venezia Giulia con un – 6,2%.
Tuttavia i dati della produzione di globuli rossi vanno incrociati con quelli relativi al consumo, perché grazie alle buone pratiche e al Patient Blood Management, uno degli obiettivi del sistema sangue e conformare le medie di consumo e di utilizzo della risorsa sangue in tutte le regioni.
Il calo dei consumi del 6,5% per cui attenua l’effetto del calo produttivo, ma come sappiamo bene, e come hanno dimostrato le carenze del post ferragosto, l’estate è sempre un periodo difficile per il dono. Inoltre il dato stesso dice poco per l’assenza delle rilevazioni nel Lazio.
In figura 3, infine, nelle tabelle 5 e 6, i dati in termini di unità raccolte e consumate nell’arco temporale completo del 2020: in generale, tutte le regioni più popolate, come Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana, hanno fatto registrare cali produttivi legati alla pandemia da Covid-19 non totalmente compensati dal calo di consumi, e ciò significa che bisognerà fare bene nei mesi che mancano per la fine del 2020.