Il West Nile Virus, le zanzare e l’estate
Le regole del Centro nazionale sangue

2020-07-09T15:42:51+02:00 9 Luglio 2020|Regole|
West Nile Virus di Laura Ghiandoni

Anche se la Sars-CoV 2 continua a diffondersi in molti paesi del mondo, non bisogna dimenticare che esistono altri virus in circolazione che sfruttano altri tipi di vettori per raggiungere l’uomo e contagiarlo. Le zanzare, durante l’estate possono essere veicolo della diffusione del West Nile Virus, che si propaga nei climi temperati e tropicali, si trasmette da animale a uomo, si manifesta per l’ottanta per cento dei casi in modo asintomatico, nel venti per cento con febbre e mal di testa, e in una minoranza di casi può causare disturbi neurologici e il decesso del paziente.

Il West Nile Virus, a differenza del coronavirus, è trasmissibile con il sangue e quindi pericoloso per tutto il mondo della donazione. Per questo, e in base alle segnalazioni risultanti dalla ricerca del patogeno nelle zanzare, il Centro nazionale sangue ha offerto delle linee guida su come comportarsi.West Nile Virus

Il West Nile Virus oggi in Italia e le indicazioni del Centro nazionale sangue

Secondo le ricerche compiute sul territorio italiano per oggi la sola provincia di Cremona risulta essere toccata da questo tipo di virus.

L’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna ha analizzato un pool di zanzare presenti sul territorio. E nel provinciale cremonese gli insetti sono risultati infetti da Wnv.

A questo proposito, per offrire indicazioni aggiornate su come evitare la trasmissione del virus e quali azioni compiere in casi in cui i sintomi siano manifesti da parte dei donatori, il Centro nazionale sangue ha pubblicato il 6 luglio sul proprio sito il documento in cui vengono indicate le misure cautelative ad hoc.

L’istituto, nel documento, spiega che la sospensione della donazione di sangue ed emocomponenti è valida per tutti coloro che soggiorneranno o hanno soggiornato anche solo una notte nella provincia di Cremona per tutto il periodo estivo e autunnale. Il documento indica un’alternativa alla sospensione: la somministrazione dell’apposito test Wnv Nat di verifica della presenza del patogeno nel sangue del donatore.

Il documento del Cns, per ciò che concerne i viaggi nell’Unione Europea, si rivolge ai viaggiatori di ritorno dai distretti di Buzau e Prahova, in Romania, dove sono stati rilevati casi di contagio. Anche per chi ritorna da questa area è obbligatorio il test Wnv oppure lo stop alla donazione per 28 giorni.

La sospensione diventa annuale, come sempre, per chi rientra da Stati Uniti e Canada.

Il rischio West Nile Virus nei donatori di cellule staminali e i donatori di cordone ombelicale

Per quel che riguarda i donatori di cellule staminali emopoietiche, qualora non sia applicabile il test di verifica della presenza degli anticorpi legati al Wnv, vale il periodo di 28 giorni di sospensione sia per la provincia di Cremona, in Italia, che nei paesi Europei ed extra Europei per il solo distretto di Buzau in Romania.

Per chi ritorna da Stati Uniti o Canada il periodo di sospensione si prolunga invece ad un anno intero.

Per ciò che riguarda il sangue cordonale il Cns invita a procedere su autorizzazione con il test Wnv con tecnica Nat.

Il testo indica: “Ai fini dell’esportazione di unità di sangue cordonale a uso personale presso banche estere, si raccomanda che l’autorizzazione sia rilasciata previa adeguata informazione della madre sulla necessità che il sangue sia sottoposto alla ricerca del WNV con tecnica NAT prima di qualsiasi utilizzo per finalità cliniche”.

Il West Nile Virus nel 2019 in Europa

Nel 2019 il virus in Europa ha toccato tre paesi: la Grecia, la Romania e l’Italia. Il nostro ha contato un solo caso grave di West Nile virus nel Veneto. Il bollettino redatto da Epicentro, il portale dell’epidemiologia collegato all’Istituto Superiore di Sanità, indica un solo caso di infezione nella forma neuro-invasiva nella provincia di Padova.

Tra gli altri paesi europei toccati dal virus, la Grecia ne ha segnalati 13 e la Romania almeno 2.

Se i dati dell’ultimo anno sono piuttosto confortanti, il bollettino invita a non abbassare la guardia perché il virus, ricercato in Emilia Romagna, è risultato essere presente in animali d’allevamento e selvatici. Nella provincia di Parma l’anno scorso alcuni cavalli, uccelli, gazze, cornacchie e altri animali sono stati segnalati come portatori.