In ricordo di Francesco, morto senza sangue
Nasce Gina, associazione per la raccolta

2020-07-01T13:20:34+02:00 30 Giugno 2020|Attualità|
di Laura Ghiandoni

Donare sangue è essenziale per sostenere gli interventi chirurgici negli ospedali. Dopo la sospensione delle attività dovuta al Covid-19, e la buona ripresa in corso d’essere in tutto il paese,  la necessità della presenza di scorte di sangue negli ospedali è ancora maggiore rispetto agli scorsi anni.

Per sensibilizzare allo scopo è nata l’associazione Gina, acronimo di “Grandi idee nascono amando” che ricorda la morte di Francesco Ginese, lo studente di 26 anni che il 21 giugno 2019, per entrare a una festa all’Università La Sapienza, cadde scavalcando un muro e si ferì gravemente, tanto da morire tre giorni dopo in ospedale.

Sebbene la vicenda sia diventata di rilevanza nazionale, pochi sanno del dramma vissuto dalla comunità di amici e conoscenti che, nei tre giorni seguenti all’incidente, ha assistito alla battaglia tra la vita e la morte di Francesco, quando il Policlinico Umberto I di Roma versava in una condizione di grave carenza sangue.

Valentina, la fidanzata del giovane, ci racconta cosa è avvenuto in quelle ore: “Nella telefonata che ho ricevuto da parte degli amici che erano con Francesco la notte dell’incidente, sono stata informata delle sue condizioni e della grave emorragia in corso dovuta alla rottura dell’arteria femorale.

Il medico dell’ospedale ha spiegato che non c’erano scorte di sacche sufficienti e ha chiesto, a noi e alla famiglia, di trovare dei donatori. Ci siamo messi in moto e abbiamo contattato tutte le conoscenze che avevamo. Abbiamo così organizzato il viaggio per tante persone che sono partite da Foggia per raggiungere il Centro trasfusionale dell’ospedale e coinvolto tanti amici di Roma che si sono offerti per aiutare”.

Dalla sera di venerdì fino a domenica mattina sono state utilizzate molte sacche di sangue arrivate da altri ospedali: ”Noi ragazzi quando ci siamo trovati di fronte i medici che ci hanno detto che il sangue sarebbe arrivato da fuori perché non era disponibile nella struttura, ci siamo resi conto dell’entità del problema. Nel caso di Francesco la rottura dell’arteria femorale era così grave che nel periodo di ricovero ha avuto tre arresti cardiaci ed è stato operato due volte.

Le sacche continuavano ad arrivare dagli altri ospedali fino a quando domenica mattina si sono presentati i donatori”.

Valentina, oggi è vicepresidente dell’associazione: “Non avevo mai sentito parlare della costante carenza di scorte di sangue nel Lazio, e di quanto fosse grave la situazione. In questi giorni abbiamo organizzato due raccolte. Una insieme all’Avis di Foggia e una con la Croce Rossa Italiana di Roma. Negli ultimi giorni abbiamo coinvolto circa cento nuove persone a donare”.

Ma la difficile attesa è stata ripagata dalla dimostrazione di solidarietà di tanti: “La domenica mattina, sono finalmente arrivati i donatori volontari. Circa duecento persone da Roma e da Foggia si sono rivolte al centro trasfusionale del Policlinico Umberto I. Erano talmente tanti che non sono riusciti a donare. I medici e gli infermieri si sono commossi per la solidarietà dimostrata da parenti, amici e conoscenti ma, nonostante il bellissimo gesto di tanti, dopo poche ore in quella stessa mattina il mio fidanzato è volato in cielo”.

Chi fosse Francesco e cosa rappresentasse per gli amici emerge da alcuni racconti che ancora scintillano nelle parole di chi lo ha conosciuto: “Francesco quella sera festeggiava il primo contratto di lavoro trovato subito dopo essersi laureato alla Luiss Guido Carli. Era una persona capace di trasmettere un’immensa energia, dopo una chiacchiera con lui ti sentivi di compiere dei cambiamenti nella tua vita, era sinonimo di forza per le persone che lo circondavano, un leader.

Al liceo era stato capo d’istituto al Volta di Foggia ed era impegnato nel sociale. Mentre era così straordinariamente energetico, allo stesso tempo era sempre alla difesa del più debole, offriva aiuto ai senzatetto facendo volontariato, anche in autonomia, comprando e distribuendo viveri alle persone bisognose di Roma.

Inoltre era fortemente motivato sui temi dell’integrazione, anche perché i genitori si occupano di un piccolo centro di accoglienza a Foggia, dove cercano di aiutare veramente chi è in difficoltà e dove Francesco ha appreso i valori che lo hanno guidato nella sua vita”.

Proprio sul tema dell’integrazione e del caporalato, l’associazione alle 21.30 di martedì 30 giugno insieme alla Luiss, ha organizzato un webinar nel quale, tra gli altri esperti di integrazione e professori dell’istituto, interverrà anche il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro. “La nostra associazione nasce con lo spirito di continuare a sostenere i valori di solidarietà in cui lui credeva, valori etici e morali di Francesco di cui in quei giorni si è parlato troppo poco” conclude Valentina.