Per il via è stato scelto un giorno simbolico, il 14 giugno in cui si festeggia in tutto il mondo la Giornata mondiale del donatore di sangue, ma la notizia era in nuce da tempo: è ufficiale, la Regione Lombardia, in collaborazione con Src-Areu (Struttura regionale di coordinamento per le attività trasfusionali) e Avis Regionale Lombardia, dà il via al progetto per raccogliere plasma iperimmune per la produzione di immunoglobuline specifiche.
Un passo sicuramente molto importante in vista dei mesi invernali, che attualmente rappresentano ancora un punto interrogativo sul piano dell’impatto del virus sulla popolazione. Situazione non leggibile a cui bisognerà arrivare ad ogni modo preparati. Il coinvolgimento di “capitale umano” previsto per questo studio, che servirà a capire nel profondo quanto abbia circolato il virus tra i donatori lombardi e per quanto tempo è possibile rintracciare gli anticorpi anche negli asintomatici, sarà di circa ventimila donatori. Che un’azione del genere, volta a sapere gestire le situazioni future, arrivi in primo luogo dalla Lombardia è sicuramente un fatto positivo, perché mostra un certa capacità di reagire e funge da traino per tutte le altre regioni, dato che la Lombardia è storicamente un territorio in cui i valori del dono circolano e si tramandano da generazioni, come ha spiegato Carlo Assi, consigliere Avis nazionale e presidente Avis Cernusco, ai lettori di DonatoriH24.
Per regolare lo studio, è stato creato un protocollo che si basa sull’ampio coinvolgimento dei donatori volontari periodici di plasma. Loro per primi saranno sottoposti a test sierologici e alla prova tampone per individuare la presenza degli anticorpi specifici per SARS-CoV-2.
Di seguito, ecco la scheda tecnica del progetto che spiega ognuna delle fasi che lo compongono:
Programma per la raccolta del plasma iperimmune dei donatori volontari di plasma
Obiettivo del progetto è ottenere dal plasma iperimmune donato da donatori selezionati, prodotti di livello farmaceutico, ossia plasma virus-inattivato con contenuto standard di anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 e “Immunoglobuline neutralizzanti anti SARS-CoV-2”.
Come Funziona
– Il progetto si rivolge ai donatori di plasma.
– Verranno eseguiti test sierologico e tampone contestualmente alla prima donazione programmata nel proprio centro di raccolta o negli ospedali, su base volontaria e previo consenso del donatore.
– Se la titolazione degli anticorpi è idonea, i donatori saranno candidati alla donazione di plasma: nel primo mese sarà possibile effettuare 2 donazioni, con un intervallo minimo di 14 giorni come previsto dalle vigenti normative.
– Il donatore effettuerà nuovamente i test dopo 6 mesi, così da rivalutare la presenza degli anticorpi e procedere con eventuali ulteriori donazioni.
– Le sacche di plasma verranno quindi inviate all’interno della struttura trasfusionale regionale e successivamente all’industria per la lavorazione.
– Per ottenere prodotti di livello farmaceutico, si usufruisce del servizio di lavorazione come già accade per altri medicinali plasmaderivati ottenuti dal plasma donato da donatori di plasma periodici volontari.
– Il plasma donato viene inviato all’industria in conto lavorazione. Significa che la quantità di plasma inviata (che resta pubblica, n.d.r.) viene restituita dall’azienda farmaceutica sotto forma di farmaci.
– Il farmaco è un prodotto altamente standardizzato e potrà essere utilizzato nella cura di tutti i pazienti Covid-19.
Le reazioni ufficiali
Tante le reazioni ufficiali, dal mondo politico regionale e da quello associativo:
“Regione Lombardia provvederà a eseguire test sierologici a tutti i donatori di plasma che al momento della donazione sceglieranno su base volontaria di partecipare al programma con un importante valore anche nel campo della ricerca perché ci permette di effettuare uno studio specifico sulla presenza degli anticorpi nei donatori che verrà analizzata anche a distanza di sei mesi”
Giulio Gallera, Assessore al Welfare di Regione Lombardia
“L’utilizzo di anticorpi che neutralizzano il virus e ne riducono la carica virale, è una strategia che sta dando risultati incoraggianti dal punto di vista della cura. Questi anticorpi neutralizzanti si trovano nel plasma dei soggetti che hanno manifestato l’infezione da Covid-19 e sono guariti ovvero hanno contratto l’infezione con sintomatologia lieve o in forma asintomatica e in ogni caso hanno eliminato il virus. L’obiettivo del progetto è dunque quello di raccogliere e conservare il plasma iperimmune per orientarlo alla produzione farmaceutica di immunoglobuline neutralizzanti specifiche”.
Dott.ssa Rosa Chianese, responsabile Struttura Regionale di Coordinamento per le Attività Trasfusionali della Lombardia.
“Proprio in occasione della Giornata Mondiale del Donatore lanciamo un appello, oggi più che mai attuale, sul valore e sull’importanza della donazione. Donare il sangue e i suoi emocomponenti può salvare una vita e non solo: possiamo contribuire a concretizzare una cura efficace nella lotta al Covid-19. Siamo dunque al lavoro per coinvolgere tutti i donatori periodici di plasma della Lombardia che grazie alla disponibilità e al costante impegno delle Unità di Raccolta Associative e delle Strutture Trasfusionali potranno sottoporsi ai test necessari per rilevare la presenza di anticorpi. Indagini importantissime che ci consentiranno di effettuare valutazioni epidemiologiche accurate, utili a comprendere e determinare la diffusione del virus sul territorio”.
Oscar Bianchi, presidente di AVIS Regionale Lombardia
“Un lavoro di squadra nella ricerca di una cura contro il Covid-19, ma anche un invito a donare proprio in occasione della Giornata Mondiale del Donatore: un gesto tanto semplice quanto di fondamentale importanza. Grazie all’importante contributo di Avis Lombardia e dei suoi donatori, portiamo avanti il progetto della ‘banca del plasma’ e lavoriamo per raccogliere quanto più plasma possibile. Una speranza concreta nella lotta contro il Covid-19”.
Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia