Il test sierologico sarà disponibile per tutti i donatori di sangue in Toscana da lunedì 15 giugno. La felice collaborazione tra associazioni di donatori di sangue e istituzioni segna con questo risultato un gran bel traguardo, raggiunto da un territorio che prova ad attuare una visione condivisa, sia nella lotta al Coronavirus, sia nella causa della donazione del sangue.
La mossa ha visto unite Fratres, Avis e Anpas, le più grandi associazioni toscane che, a causa dell’epidemia di Sars-CoV-2, negli ultimi mesi hanno registrato una partecipazione di donatori altalenante, caratterizzata da picchi e cadute di tendenza.
Ma la reazione alle crisi e ai picchi è stata pronta. Le associazioni si sono riunite e, nei mesi scorsi, hanno inviato una proposta al presidente Rossi e all’assessore al diritto alla salute Saccardi. Hanno chiesto di partecipare come gruppo con priorità di accesso al test che verifica la presenza di anticorpi Covid-19 nel sangue. La richiesta ha avuto esito positivo, la regione ha accolto con favore l’iniziativa e stabilito un piano, il quale è stato divulgato solo quando veramente effettivo nei centri del territorio.
Luciano Verdiani, presidente regionale Fratres, racconta il grande risultato conquistato dal mondo della donazione di sangue in Toscana: “Dal 15 giugno chi si recherà per donare su prenotazione ai centri trasfusionali e alle unità di raccolta associative, se vorrà potrà accedere al test sierologico. In questo modo speriamo di effettuare nei mesi a venire oltre 150mila test sierologici, i quali permetteranno non solo di verificare la situazione dell’epidemia nella regione, ma soprattutto di coinvolgere un maggior numero di donatori, perché di sangue c’è sempre necessità”.
Ecco la procedura per sottoporsi al test sierologico in Toscana
Quale sarà il procedimento per arrivare a effettuare il test sierologico e come cambierà la donazione, Verdiani lo spiega così: “Il donatore potrà accedere al test sierologico attraverso la prenotazione della donazione di sangue.
Al telefono, come di norma, si valuteranno le condizioni di salute del donatore; poi, se in buone condizioni, verrà invitato a presentarsi al centro nella giornata stabilita. Quel giorno, in sala d’attesa verranno mantenute le misure di sicurezza, imposte dal decreto ministeriale e dal Centro nazionale sangue, secondo la rigida regolamentazione legata all’epidemia di Covid-19, che prevede la triage e moltissime altre precauzioni. Verrà effettuata la visita medica, i normali prelievi per le analisi, e poi verrà chiesto al donatore se vuole sottoporsi al test sierologico. Se accetterà gli verrà chiesto un prelievo di sangue in più”.
Cosa accadrà in caso di positività o negatività del test sierologico, Verdiani lo indica in modo chiaro: “Nel caso risultasse negativo, il donatore di sangue non riceverà nessun tipo di comunicazione e i dati andranno alla banca del sangue che monitora la diffusione del contagio da Covid-19 nella popolazione. Se invece il test sierologico risulterà positivo, allora la persona verrà ricontattata e invitata a sottoporsi a tampone. Se la persona risulta positiva anche al tampone, viene indirizzata all’Azienda sanitaria locale per un percorso personalizzato”.
Obiettivo dell’iniziativa: aumentare le donazioni di sangue in Toscana
Verdiani racconta anche qual è l’obiettivo di un’iniziativa tanto aggregante: “In Toscana tutti i giorni sono necessarie dalle 700 alle 800 sacche di sangue. Non solo per gli interventi chirurgici legati agli incidenti stradali: le donazioni di sangue sono utili a tutte le persone colpite da una malattia del sangue, come ad esempio può essere la leucemia. Tutte le mattine, nella regione, centinaia di sacche vanno a persone che, altrimenti, non potrebbero avere una vita normale. Le strutture ospedaliere regionali di Pisa, Firenze e Siena, sono d’eccellenza in tutta la penisola.
Per questo motivo le persone che vengono a curarsi nei nostri ospedali per il 16 per cento si spostano da altre regioni. L’associazione Fratres, sul territorio toscano, è attiva con 285 gruppi di donatori di sangue e plasma. 70mila donatori che complessivamente offrono 63mila sacche di sangue e plasma raccolte nel 2019. Nonostante questo in alcuni periodi ne servono più di quelle che riusciamo a raccogliere e dobbiamo chiedere ad altre regioni di inviarcele attraverso una procedura che si chiama compensazione”.