L’unità di raccolta di Avis Casalpusterlengo riapre oggi 27 aprile dopo due mesi e mezzo di chiusura. Nell’ultimo periodo, chiunque sul territorio comunale avesse voluto donare il sangue rispondendo all’appello delle istituzioni e dell’associazione era invitato ad arrivare all’ospedale di Lodi per effettuare la trasfusione.
La riapertura è una buona notizia ma non è l’unica: da lunedì prossimo, infatti, anche i donatori di zona selezionati per donare il plasma iperimmune, potranno farlo nella stessa unità di raccolta di Casalpusterlengo.
Casalpusterlengo, lo ricordiamo, è a pochi chilometri dalla zona rossa di Codogno, una delle più colpite del paese, e proprio mentre la sezione Avis locale chiudeva provvisoriamente la propria sede, tra marzo e aprile, si sono infittite le attività finalizzate alla raccolta plasma per l’adesione al progetto sperimentale sul plasma iperimmune che ha come capofila l’ospedale San Matteo di Pavia.
Facciamo quindi un passo indietro. Circa un mese fa la sezione di Casalpusterlengo ha ricevuto l’email del servizio trasfusionale dell’ospedale di Lodi, mail nella quale venivano indicate le caratteristiche dello studio sperimentale, che come sappiamo bene si propone come obiettivo quello di combattere il virus attraverso il plasma dei donatori guariti da coronavirus. Il progetto, che dunque prevedeva sin dall’inizio il coinvolgimento dei donatori, ha entusiasmato da subito l’associazione e i volontari, che hanno contattato telefonicamente i donatori di sangue, uno per uno, invitandoli a partecipare.
Casimiro Carniti, storico volontario Avis attivo sul territorio, per un periodo segretario regionale Lombardia e ora vicepresidente a Casalpusterlengo, ha raccontato a Donatorih24 che cosa rappresenta la riapertura per i donatori di sangue e plasma dell’intera area: “Da quando circa un mese fa siamo stati coinvolti nella sperimentazione dell’ospedale di Lodi insieme al San Matteo di Pavia, in cui collaboravamo nella raccolta finalizzata alla terapia al plasma iperimmune con il professor Cambiè, abbiamo riavviato l’attività della sezione a pieno e contattato in un mese circa 850 soci Avis su 1200 totali per invitarli a partecipare.
Abbiamo chiamato via telefono uno per uno i donatori, proponendo il primo screening per valutare il loro stato di salute e verificare l’idoneità per la partecipare al progetto. Le chiamate, a volte molto intense, sono durate all’incirca dieci minuti. Abbiamo organizzato appuntamenti per eseguire i test ogni 30 minuti, 8 persone per volta“.
“I nostri volontari – ha aggiunto poi Carniti – sono stati speciali, e siamo veramente orgogliosi di appartenere ad un gruppo così attivo. Abbiamo compiuto un grande lavoro, e ora che l’unità di raccolta di Casalpusterlengo è aperta, non chiederemo più lo sforzo di recarsi a Codogno o Lodi per aiutare donando plasma e sangue. Da lunedì prossimo inoltre sarà possibile donare all’unità di raccolta di Casalpusterlengo anche il plasma iperimmune, ed è una bella novità“.
La raccolta di adesioni delle settimane passate, infatti, ha richiesto uno sforzo da entrambe le parti: donatori e volontari Avis. “I donatori che hanno risposto in modo positivo sono circa la metà – ha spiegato il vicepresidente – perché alcuni non potevano per motivi di salute e altri non se la sono sentita, anche perché molti cittadini delle nostre aree sono molto provati a causa dell’epidemia. Ma quelli che hanno scelto di partecipare hanno accettato di recarsi fuori dal proprio paese compiendo uno sforzo in più, sforzo che ora potranno evitare di compiere”.