È partito in Lombardia, e al momento è il filone di ricerca dal più alto potenziale per ottenere in breve tempo un terapia efficace contro il Covid-19: il protocollo sperimentale sul plasma iperimmune gestito come capofila dall’ospedale San Matteo di Pavia e che vede coinvolti anche l’ospedale Carlo Poma di Mantova e altri ospedali lombardi va avanti con entusiasmo, e parte del merito è ascrivibile al lavoro delle associazioni di donatori, che chiamano in causa donatori periodici giovani e in buono stato di salute per sottoporli alla donazione di plasma. C’è però da fare una precisazione: dopo il caso di Castiglione d’Adda, qualche donatore ha pensato che i test sierologici sul sangue per capire la positività al virus fossero disponibili per qualsiasi donatore, ma così non è. Quella dei test sierologici è una pratica ancora in via sperimentale che ancora avrà bisogno di tempo per essere utilizzata su larga scala, perché attualmente non è immediata. Ciò che resta importantissimo, invece, è prenotarsi per la plasmaferesi, giacché attraverso il proprio dono si può aiutare realmente il filone di ricerca sul plasma iperimmune che ha già dato dei buoni risultati sui primi utilizzi, e che attraverso la sinergia tra pubblico e privato e in particolare tra l’azienda italiana Kedrion Biopharma e le strutture sanitarie sul territorio potrebbe dare frutti molto interessanti in brevissimo tempo. Proprio sull’importanza della plasmaferesi, e del ruolo dei donatori per favorire la ricerca, abbiamo intervistato Elisa Turrini, presidentessa di Avis Provinciale Mantova, impegnata in primissima persona in questa fase di “reclutamento” sul campo. Ecco il suo racconto del particolarissimo momento che vive la sua comunità.
1) Elisa, quanto è importante in un momento come questo la piena collaborazione tra voi, associazione di donatori, e la struttura sanitaria? Ci racconta questa sinergia?
E’ semplicemente fondamentale per tanti aspetti. Primo fra tutti è quello di raccogliere le sacche di sangue che servono. Le Convenzioni di raccolta fra le associazioni e le strutture sanitarie chiedono esplicitamente di “adeguare la programmazione delle attività trasfusionali quale elemento di indirizzo della gestione associativa dei donatori nonché della gestione delle Unità di Raccolta, ove di competenza associativa, per gli aspetti quantitativi e qualitativi alle necessità trasfusionali.” La programmazione deve essere quindi condivisa. La raccolta del sangue si deve adeguare alle necessità, incrementandola quando si rende necessario ed allo stesso tempo avendo l’accortezza di modularsi in altri momenti, per evitare eccedenze e scongiurare l’eliminazione per iperdatazione di un bene così prezioso se le sacche non vengono utilizzate. L’abbiamo imparato purtroppo, in questo periodo difficile. Siamo passati dai primi giorni di comprensibile incertezza durante i quali le scorte di sangue regionali e nazionali sono andate in sofferenza, alla veloce ricostituzione delle scorte grazie alla risposta generosa di tutti i donatori agli appelli forse un po’ troppo allarmistici usciti su tv e giornali, alle eccedenze dei giorni successivi con la decisione da parte di molte Aziende di chiudere per diverse giornate alcuni punti di raccolta per bloccare la raccolta. Non può essere così. E’ necessario un continuo dialogo ed una fattiva collaborazione. Programmare, fare convocazioni attente e prenotare le donazioni, così come sapersi modulare nella raccolta del sangue intero e del plasma è oggi indispensabile.
2) Avis Provinciale Mantova attualmente può effettuare test sierologici ai donatori di sangue o si procede con il tampone?
Attualmente presso il Laboratorio analisi di Mantova viene effettuato il tampone per la ricerca del virus. I test sierologici per la ricerca nel sangue di anticorpi con attività neutralizzante verso il virus vengono effettuati presso il Policlinico San Matteo di Pavia.
3) I donatori mantovani hanno capito bene la potenziale importanza del percorso test sierologici e successivo dono del plasma iperimmune proveniente da pazienti guariti?
I donatori mantovani già da 15 giorni sono coinvolti nel protocollo terapeutico che prevede l’utilizzo del plasma iperimmune verso Coronavirus. Gli individui guariti dall’infezione Covid e che presentano una quantità significativa di anticorpi in grado di neutralizzare il virus vengono sottoposti a plasmaferesi. Il donatore non deve avere più alcun sintomo di malattia da almeno 15 giorni e deve aver eseguito due tamponi di controllo con esito negativo.
4) Come sono state le ultime cinque settimane vissute sul campo in pieno Coronavirus, sia dal punto di vista della collettività che per il mondo dei donatori?
Questo periodo ci ha cambiati e cambierà il nostro futuro ma ne usciremo sicuramente migliori e più forti. La reazione inziale dell’intera comunità è stata di incertezza, quasi di sospensione. Non si sapeva bene come comportarsi soprattutto per il blocco delle donazioni nella zona rossa e comunque in Lombardia fin dai primi giorni i casi aumentavano esponenzialmente. Poi, grazie ad un nuovo ed efficace coordinamento nella comunicazione interna ed esterna ed alla condivisione di informazioni a livello sia regionale che nazionale abbiamo iniziato a dare informazioni sulle nuove procedure in recepimento dei DPCM e delle indicazioni del CNS. A Mantova già da anni i donatori vengono convocati e prenotati tramite una chiamata scrupolosa ed attenta. In questo periodo ci si è strutturati anche con la prenotazione per fascia oraria, ogni quarto d’ora, molto apprezzata dai donatori, la misurazione della temperatura in accettazione e tutte le cautele per evitare assembramenti. Quello che ci ha colpiti e commossi è vedere ogni mattina, in tutta la provincia, i donatori attendere all’esterno, davanti all’ingresso delle nostre Articolazioni organizzative territoriali, a distanza di sicurezza, in assoluto silenzio. A parlare in questi giorni sono solo i loro occhi. Questa è la risposta dei nostri donatori, persone speciali.
5) Su DonatoriH24 abbiamo parlato spesso della campagna #Gialloplasma, come evolverà il progetto di comunicazione in futuro sul territorio mantovano?
Una campagna splendida! Lo scorso anno, dopo le indicazioni di incremento della raccolta di plasma arrivate dal CNS e da AVIS, condivise con l’ASST di Mantova, abbiamo deciso di attivarci con tutte le nostre forze per promuovere questo tipo di donazione in risposta al nuovo bisogno. La campagna #gialloplasma del Nazionale è stata presentata a tutte le nostre 92 AVIS Comunali ed equiparate in una serata di festa tutti insieme nella nostra Sede Provinciale di Avispark, in occasione della giornata mondiale del donatore di sangue, il 14 giugno 2019. Una serata tutta gialla che ha tinto di giallo in tutta la provincia. Le AVIS si sono sbizzarrite nell’organizzare eventi in giallo che hanno permesso, fin dai primi mesi, l’incrementato delle donazioni di plasma. E’ stata per tutti noi un’occasione splendida di unione e condivisione che, grazie al materiale promozionale ed ai gadget #gialloplasma, ha anche aiutato a far cadere molti campanili e ci ha uniti ancor più. Perché se i risultati ci sono stati è grazie alla collaborazione di tutti, medici, infermieri, dipendenti, collaboratori, le nostre AVIS ed i volontari dell’intera provincia. Mai come ora abbiamo compreso quanto il plasma sia prezioso per poter donare speranza agli ammalati ed alle loro famiglie. Questo virus ci ha rallentati sì, ma in un primo periodo, perché ora che abbiamo imparato a prendere per mano le preoccupazioni e a gestirle programmando il futuro. Inizieremo un nuovo cammino con la sicurezza che questa esperienza ci avrà resi più forti di prima pronti a scendere in campo con nuovi progetti #gialloplasma, contando di riuscire ad organizzare presto un servizio sempre più vicino alle esigenze dei nostri donatori!