L’emergenza coronavirus all’inizio di marzo ha causato una diminuzione della partecipazione dei donatori nella raccolta di sangue e plasma. In tutto il Paese si è venuta a creare una vera e propria crisi. In molti ospedali le scorte non erano più sufficienti per garantire le cure ai 1800 malati che giornalmente in Italia necessitano di una terapia trasfusionale.
Per fortuna l’emergenza sangue negli ultimi giorni è rientrata. Hanno avuto un ruolo determinante, sia i numerosi appelli di molti personaggi della politica e della cultura, sia la concessione per cui i donatori possono uscire a donare per “situazione di necessità”, nonostante vigano le restrizioni per evitare la diffusione dell’epidemia di coronavirus. Da giovedì 12 marzo molti cittadini hanno quindi risposto all’appello e si sono presentati nei centri trasfusionali per donare sangue.
Anche l’ospedale Cardarelli di Napoli, dopo aver vissuto un momento di forte crisi, con grande sollievo da parte di tutti, è tornato a riempire il centro di donatori. Michele Vacca, direttore del centro regionale sangue e responsabile del centro trasfusionale della struttura ospedaliera, racconta: “Sabato 7 marzo ci siamo trovati senza scorte sufficienti. Eravamo consapevoli che, nel caso ci fossero state urgenze, non avremmo avuto abbastanza sangue per compiere interventi chirurgici d’emergenza. Nella settimana dal 9 al 15 marzo, grazie alla partecipazione di tantissimi donatori, le scorte sono state rimpinguate. Nella settimana abbiamo raccolto oltre 900 donazioni nel centro trasfusionale del Cardarelli, a livello regionale in Campania sono state 5290 donazioni, molte di più di quelle che raccogliamo di solito. Abbiamo avuto un enorme afflusso di donatori, che hanno colto l’appello di personaggi dello spettacolo e delle istituzioni i quali hanno avuto il pensiero di sostenere il nostro ospedale. Molti cittadini sono stati motivati dall’autorizzazione a uscire dalla propria sede domestica per donare sangue”.
Vacca, spiega qual è il piano per il futuro: “Poiché le sacche di sangue scadono in 42 giorni, ora necessitiamo di una strettissima programmazione, perché in futuro ci sarà bisogno di riavviare gli interventi chirurgici che attualmente sono stati bloccati per dare la precedenza ai pazienti affetti da coronavirus. Oggi tutti coloro che vogliono partecipare alla raccolta, sono invitati a telefonare e prenotare la donazione. È sconsigliato presentarsi spontaneamente, senza appuntamento. I centri trasfusionali possono essere contattati via email o via telefono“. Ecco una scheda con i contatti.