Sergio Ronconi, 300 donazioni alle spalle: “Prima avevo paura degli aghi”

2020-03-05T15:34:59+01:00 3 Marzo 2020|Attualità|
di Laura Ghiandoni

“Ho sempre avuto paura degli aghi, una paura che non riuscivo a superare” sono queste le parole con cui racconta la sua eccezionale storia Sergio Ronconi di Comacchio. Come donatore pochi giorni fa ha celebrato il traguardo delle 300 donazioni raggiunto con l’Associazione donatori volontari di sangue di Ravenna: “Avevo paura anche delle siringhe. Per moltissimi anni, ogni volta che mi capitava di pensare alle donazioni, perché qualche collega me lo proponeva, rispondevo così, avvallando la mia fobia”.

Ma un giorno tutto è cambiato, Sergio racconta di quell’estate speciale, e del pomeriggio di sole della seconda metà del 1988 quando lui aveva 34 anni: “Mi ricordo ancora che stavo mescolando all’aperto il calcestruzzo, era molto caldo, forse era luglio, la classica giornata afosa in cui vorresti essere al chiuso. Lavoravo con i miei colleghi che ancora una volta insistevano per farmi andare a donare sangue. Non so cosa sia successo, ma mi è scattato qualcosa e senza pensarci troppo ho risposto loro che sarei andato il giorno dopo“.

E così ha fatto: “Sono arrivato alla sala del centro trasfusionale e quando l’infermiera si è avvicinata per iniziare, mi sono voltato con decisione dall’altra parte, per non guardare né l’ago, né vedere il mio braccio” e conclude:  “Sono riuscito a donare, ho dimostrato a me stesso che ero in grado di superare la paura”.

Dopo la trasfusione spiega: “Mi sono alzato e ho rischiato di svenire: anche le volte successive ho avuto dei capogiri, ma non mi hanno fermato. Da quando ho cominciato non ho più smesso e regolarmente mi sono presentato al centro trasfusionale per molti anni”. 

Sergio oggi ha 65 anni compiuti e partecipa alle attività dell’associazione come consigliere. La morale per la sua storia la spiega lui stesso, che ha alle spalle 309 donazioni di sangue e plasma, e che ora si gode la tranquillità della pensione: “Le paure ci sembrano veramente grandi a volte, ma in realtà non lo sono – e conclude – ce ne accorgiamo solo quando le abbiamo superate“.