Il Molise, secondo i dati del Centro nazionale sangue nel 2019, è la regione che è cresciuta di più per raccolta plasma rispetto all’anno precedente. Anche se l’autosufficienza non è stata raggiunta, e mancano cinque punti percentuali per l’obiettivo previsto dal programma, la crescita, rispetto al 2018 è stata dell’8,3%, cioè molto al di sopra della media. Il forte aumento è confermato dai dati raccolti nel mese di gennaio 2020.
Pasquale Spagnuolo, direttore sanitario dell’Avis del Molise dimostra soddisfazione per il punto di arrivo: “Abbiamo avuto anche degli esuberi per quel che riguarda dei prodotti plasmaderivati, come ad esempio le immunoglobuline, che vengono usate dai pazienti con gravi deficit immunitari”. Riguardo alla distribuzione di questi medicinali sul territorio spiega: “L’anno scorso abbiamo rifornito la Puglia di un grande numero di flaconi e quest’anno abbiamo approvvigionato la Toscana” e aggiunge: “Se ancora non abbiamo raggiunto l’autosufficienza per quel che riguarda il plasma, ci siamo riusciti per quel che riguarda i globuli rossi”.
Spagnuolo racconta con quali problemi deve confrontarsi il sistema sangue regionale: “In Molise ci sono carenze importanti dal punto di vista del personale. Nei centri c’è una grande mancanza di trasfusionisti, molti medici vanno in pensione e non ci sono sostituzioni. Questo può incidere sull’operatività della struttura. Quindi siamo contenti del punto a cui siamo arrivati nonostante le difficoltà”.
Pasquale Marino, direttore della Struttura Regionale di Coordinamento per le Attività Trasfusionali, concorda: “Siamo orgogliosi del miglioramento, infatti, anche se non abbiamo del tutto raggiunto l’autosufficienza, siamo molto vicini“. Poi, riferendosi al lavoro di squadra con le associazioni: “I donatori hanno risposto molto bene, l’Avis nella nostra regione si è impegnata tanto nel coinvolgere nuove persone. Insieme abbiamo svolto varie attività per sensibilizzare e portare nuovi donatori”. In particolare: “Ogni giorno siamo presenti in tanti paesi della regione attraverso l’autoemoteca. Molti donatori vivono lontano dai centri trasfusionali, e non riescono con facilità a raggiungerli perché risiedono anche a 50 o 60 chilometri di distanza. L’Avis con il proprio lavoro porta la donazione in tutto il territorio”.