Le Marche, secondo i dati raccolti dal Centro nazionale sangue per il 2019, si confermano una delle regioni più virtuose per la raccolta plasma. Sono 35.033 i chilogrammi ricevuti dai donatori fino al 15 dicembre 2019 e l’autosufficienza è stata raggiunta al cento per cento con 23 chili per mille abitanti. Giovanna Salvoni, responsabile della Struttura Regionale di Coordinamento, spiega qual è la ricetta che ha permesso di arrivare alla situazione di oggi: “È il risultato di un lungo percorso nel quale il plasma è stato posto in rilievo rispetto alla donazione di sangue.
Il pioniere che si è accorto con largo anticipo dell’importanza dei plasmaderivati è il dottor Mario Piani, il quale ha anche avviato la campagna di sensibilizzazione Avis partita dalle Marche nel 2014, intitolata “Da oggi va di moda il giallo. Distinguiti, dona il plasma”. Lui ha fatto capire ai donatori, e alla popolazione in generale, che la donazione di plasma non è di serie B rispetto a quella del sangue”.
Mario Piani, deceduto nel 2018, concentrò il suo impegno nel corso di quarant’anni di carriera nel Dipartimento di Medicina Trasfusionale di Ancona. Tra i vari impulsi che diede, mentre partecipava come protagonista al sistema sangue marchigiano, riorganizzò la rete trasfusionale: “Solo nella nostra regione esiste un organo a cui fanno capo tutte le risorse umane di tutti i centri trasfusionali: si chiama Dirmt, è il Dipartimento Regionale di Medicina Trasfusionale Funzionale. È lo strumento organizzativo e gestionale per l’aspetto tecnico, scientifico, logistico e amministrativo, di tutte le attivita’ trasfusionali della regione” spiega la dirigente: “Quindi ogni struttura è in collegamento quotidiano con la regione, il dialogo è continuo e aperto, ma allo stesso tempo la rete è centralizzata”. A proposito delle associazioni la dirigente spiega: ” Insieme a noi, l’Avis, la prima organizzazione di donatori sul territorio, porta avanti gli stessi obiettivi, ma ci sono anche 600 donatori Fratres che partecipano alla raccolta. Lavoriamo dialogando anche con le associazioni”.
Per agevolare la comunicazione tra le varie strutture esiste un secondo strumento di condivisione e scambio dei dati tra i centri. Salvoni spiega: “Il sistema informativo che utilizziamo è il Tmm dell’azienda Mesis di Civitanova Marche. Ci offre una raccolta in tempo reale di dati che vengono inseriti in un unico database dal quale possiamo attingere per ogni eventualità” ad esempio: “Noi possiamo acquisire gli esami fatti in casi di incidente in cui il paziente viene repentinamente trasferito da un pronto soccorso ad un ospedale” e per quel che riguarda le donazioni: “I donatori sono tipizzati per gruppi ematici, quindi si fa la caratterizzazione del fenotipo esteso”.La responsabile racconta qual è il procedimento previsto in caso emergenza: “Nel caso di necessità urgente di un tipo di sangue raro, attraverso il software possiamo selezionare le caratteristiche del sangue che stiamo cercando e sapere subito se nella regione sono presenti sacche di quel tipo di sangue. Nel database sono presenti i nomi di tutti i donatori, così abbiamo la possibilità, nel rispetto delle norme della privacy, di provare a contattare telefonicamente la persona che ha quel tipo di sangue e chiedergli di andare a donare nello stesso giorno per salvare il paziente. È stato necessario farlo due settimane fa” conclude la dottoressa.