Agnese, sfuggita alla leucemia: “Per chi riceve, si tratta di sopravvivenza”

2020-02-21T22:04:28+01:00 20 Febbraio 2020|Personaggi, Storie|
coronavirus di Laura Ghiandoni

“Avevo 18 anni, ero all’ultimo anno di liceo: a quel tempo pensavo alla maturità, ero abbastanza brava a studiare. Poi un giorno mi sono sentita debole, sono stata subito ricoverata e il giorno successivo stavo già facendo la chemioterapia. Non ho fatto nemmeno in tempo a rendermene conto: la mattina pensavo alle lezioni, il pomeriggio ero già nel reparto di ematologia dell’ospedale” Agnese Mattei, studentessa universitaria romana racconta cosa è avvenuto dopo che le è stata diagnosticata una leucemia promiolocitica acuta“Prima di ammalarmi non credevo ci fosse un tale bisogno di sangue. Per chi lo dona è un piccolo sforzo, ma per chi lo riceve è una questione di sopravvivenza”. 

La leucemia promiolocitica è una malattia sistemica del sangue che circola nei vari organi, soprattutto nel midollo osseo. Uno dei sintomi sono le frequenti emorragie: “Nei primi giorni ho dovuto tenere un tampone al naso per il continuo sanguinamento. Dopo alcune trasfusioni di piastrine ho potuto togliere il tampone. Mi hanno trasfusa molte volte nelle prime settimane di cura: sangue, piastrine e plasma, un giorno sì e uno no. I valori dell’emocromo erano fuori dalla norma, quindi ne avevo necessità per sostenere la chemioterapia”.

Agnese, racconta l’incontro con il sistema sangue nel Lazio: “Quando ho saputo che il sangue per me doveva arrivare dal nord Italia, perché a Roma non ne veniva raccolto abbastanza, mi sono chiesta incredula: possibile che non si trovi?

Ho parlato con i miei compagni di classe, li ho convinti a donare. Ho chiesto ai miei zii Pietro e Maurizio che sono donatori regolari di venire al San Camillo di Roma.

L’ho fatto anche per una forma di gratitudine, avevo ricevuto tanto sangue e volevo che ne fosse restituito un po’ per gli altri pazienti” Agnese è sopravvissuta alla malattia grazie al trapianto di midollo osseo della sorella ricevuto dopo il secondo ciclo di chemioterapia. Oggi continua il percorso di studio: “La malattia mi ha tenuta ferma due anni, dopo il diploma ho scelto di studiare medicina. Il mio progetto per il futuro? Credo di specializzarmi in ematologia”.