Cultura della donazione ben radicata nella vita degli abitanti del Friuli Venezia Giulia. Roberto Flora, Presidente dell’Associazione friulana dei donatori di sangue, spiega come è stato raggiunto il primato che posiziona la regione in cima al podio per chili di plasma raccolti per numero di abitanti e per l’aumento della raccolta, pari al 6,3 per cento, rispetto al 2018.
“La partecipazione dei cittadini è un sintomo dell’unità sociale del territorio. L’associazione oggi è inserita capillarmente nel tessuto con 420 rappresentanti di assemblea, 210 presidenti presenti in 201 sezioni. Queste ultime sono dei punti di riferimento di congiunzione tra malati, donatori e ospedali– e aggiunge -tutto questo è legato a una cultura proveniente dal basso: la gente ha reagito con energia aggregativa alle emergenze di carenza sangue che abbiamo avvertito come territorio di confine negli anni successivi il dopoguerra, infatti la nostra associazione si è creata nel 1958. Anche il terremoto del ’76, con le conseguenti gravi necessità, ha contribuito a rafforzare un sentimento di unità sociale“.
Le campagne di sensibilizzazione negli anni sessanta, spiega il presidente, erano altre: “Al tempo si andava nelle piazze, negli oratori e nelle osterie a parlare direttamente con la gente per convincerla a donare, perché il ferito era grave ed era necessario molto sangue per le operazioni chirurgiche da compiere- e tornando all’attualità- le sezioni di donazione sono diventate quello che sono oggi, dei punti di riferimento per la comunità: al punto che quando si insedia un sindaco, uno dei primi impegni è incontrare i donatori nelle sezioni“.
L’Afds raccoglie il 60 per cento delle donazioni della regione ed attualmente conta 52mila iscritti e 30mila donatori attivi, nel 2019 ha compiuto 38mila donazioni di sangue intero e plasma.
“Il contatto umano con il donatore è sempre il metodo migliore per mantenere il rapporto vivo nel tempo. Il messaggino, l’email, sono meno importanti, la telefonata di richiamo è il mezzo più efficace: con regolarità telefoniamo per coinvolgere gli iscritti”.
La rapida ottimizzazione della raccolta plasma è dimostrata dai numeri: “Nel 2015 abbiamo ricevuto 10.972 donazioni in aferesi, con il quale abbiamo raccolto 6.583,2 chili di plasma, nel 2019 con molte meno donazioni, cioè 9.686, abbiamo raggiunto la cifra di 6.780,20 chilogrammi di plasma– e, conclude il presidente -l’importante è far capire alle persone che la donazione del plasma per aferesi, anche se richiede più tempo, fa la differenza”. Sul tema che ha condotto la regione a superare l’obiettivo del Programma Nazionale Raccolta Plasma per il 2019 si è espresso Gianpietro Briola, presidente nazionale Avis, in un’intervista per Donatorih24.
Rispetto alla campagna di sensibilizzazione sviluppata per coinvolgere i giovani alla partecipazione sul tema della raccolta sangue, Roberto Flora racconta: “La sezione studentesca di giovani donatori ad Udine è stata fondata quarantotto anni fa, ora cerchiamo di continuare a trasmettere la cultura tramandandola nelle sezioni giovani, per questo è importante rispondere alle domande che vengono poste all’interno delle scuole. Gli studenti sono curiosi, chiedono ad esempio dove vada a finire il plasma dopo che lo hanno donato. Noi indichiamo quello che può rappresentare per un paziente una cura con i farmaci salvavita plasmaderivati ottenibili in aferesi” ma, secondo Flora, la regola principale è: “Per riuscire a sensibilizzare, l’