Hiv, sono ancora le fasce giovanili quelle più colpite
I numeri in vista della Giornata mondiale contro l’Aids

2019-11-29T18:08:04+01:00 29 Novembre 2019|Attualità|
di Emiliano Magistri

Diagnosi in calo, ma picco dei contagi nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni. Sono alcuni dei dati registrati in Italia e che devono far riflettere in vista della Giornata mondiale contro l’Aids in programma domenica 1° dicembre.

Una malattia che, come nel resto del mondo, ha visto un sensibile ridimensionamento, registrando nel corso del 2018 meno di 3mila nuovi casi: 2.847 per la precisione, in base ai numeri forniti dal Centro operativo Aids. Seppur si possano considerare progressi importanti nel processo di superamento del virus, un fattore deve far tenere ancora alta la guardia: oltre ai circa 130mila pazienti cronicizzati, sono infatti le fasce giovanili tra i 25 e i 29 anni quelle più colpite, con un calo delle diagnosi meno evidente rispetto al resto della popolazione. Addirittura, dal 2015, la tendenza è in rialzo per la fascia tra i 15 e i 24. La prevenzione, quindi, continua a essere l’arma migliore, anche perché oltre il 50% delle nuove diagnosi, avviene su persone con la malattia già in stato avanzato: ecco il motivo per cui è necessario informare i più giovani.

Test di laboratorio per verificare il contagio con il virus dell’Hiv

Nel mondo, infatti, sono ancora oltre 36 milioni le persone che hanno contratto il virus dell’Hiv e, nonostante la sindrome sia stata identificata nel 1984, oltre 35 milioni di persone hanno perso la vita a causa dell’Aids. Si tratta, quindi, di uno degli effetti più distruttivi della storia le cui origini derivano da rapporti sessuali non protetti o dal contatto con sangue infetto.

Se già il ministero della Salute, in vista della giornata del 1° dicembre, ha lanciato una campagna di informazione per contrastare la diffusione dell’Hiv, anche le associazioni di volontariato attive nel mondo della donazione del sangue si stanno mobilitando con una serie di iniziative sull’intero territorio nazionale, volte a sensibilizzare quante più persone possibili sul rischio di trasmissione e sulle tecniche migliori, come l’utilizzo del preservativo, per prevenire i contagi. Ma non solo. Prevenzione significa anche garanzia di sangue sano per chi, in futuro, potrebbe averne bisogno.

È il caso del gruppo giovani della Fidas Piemonte che, già lo scorso venerdì, all’interno del campus universitario Luigi Einaudi di Torino, sono stati presenti con materiale informativo e gadget. I volontari hanno distribuito un questionario a scopo informativo riguardante le malattie sessualmente trasmissibili e, nello specifico, il virus Hiv. Quello a Torino è solo uno degli appuntamenti che rientrano nell’ambito del progetto “Giovani Fidas promotori di salute”, che vedrà i volontari impegnati il 4 febbraio in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, il 6 e 7 aprile per la Giornata mondiale dello sport e della salute, il 31 maggio per la Giornata mondiale per la lotta al fumo e, ovviamente, il 14 giugno per la Giornata mondiale del donatore di sangue che quest’anno verrà celebrata in Italia. “Promuovere la salute fra i giovani – spiega Elia Vazquez, coordinatrice nazionale Giovani Fidas – è un obiettivo che ci siamo posti come donatori. Evitando il diffondersi di malattie, non solo verrà migliorata la salute della popolazione, ma sarà garantito in futuro un bacino sempre maggiore di donatori di sangue”.