È risultato l’unico compatibile tra oltre 37 milioni di donatori presenti all’interno dei Registri internazionali. Protagonista di questa storia è un giovane residente in Piemonte che, grazie al prelievo delle cellule staminali emopoietiche del suo midollo osseo, ha potuto garantire speranza di vita a un paziente inglese.
Una storia a lieto fine che permette al Piemonte di tagliare il traguardo delle 500 donazioni di Cse, destinate a trapiantare persone italiane e non che ne hanno necessità, effettuate in 30 anni di attività. L’uomo inglese era affetto da una grave forma di tumore del sangue, motivo per cui il trapianto era l’unica soluzione possibile per garantirgli ancora speranza di vita. Il giovane piemontese si è reso disponibile, come sempre avviene in questi casi, a donare le proprie cellule senza conoscere l’identità del ricevente.
La regione è la terza nel nostro Paese, dopo Lombardia e Veneto, per numero di donazioni effettuate (il 12% del totale in Italia), nonostante le prime due abbiano popolazioni più estese rispetto al Piemonte. Pur contando, all’interno del Registro, un numero maggiore di donne rispetto agli uomini, circa il 73% di queste donazioni viene dalla popolazione maschile, probabilmente a causa di caratteristiche come peso e fattori biologici più favorevoli.
Dal 2005 è cambiata anche la tipologia del prelievo. Fino al 2004, infatti, le cellule staminali emopoietiche potevano essere estratte soltanto dalle creste iliache delle ossa del bacino. Dall’anno successivo, invece, si è potuto iniziare a sfruttare anche il sangue periferico grazie all’aferesi, una procedura che, a oggi, viene eseguita nel 70% dei casi.