Emergenze e richieste di sangue in calo Qualche numero dal convegno della CRI

2019-09-06T19:40:42+02:00 6 Settembre 2019|Primo Piano|
di Emiliano Magistri

Calo delle richieste di sangue ed estate messa in archivio senza grandi emergenze. Può riassumersi così il periodo dei mesi di luglio e agosto 2019. A comunicare i dati ufficiali, nel corso del convegno organizzato a Napoli dalla Croce Rossa Italiana, è stato proprio il direttore del Centro nazionale sangue, Giancarlo Liumbruno.

Il direttore del Centro nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno

I numeri parlano di 4.421 richieste di sangue attraverso Sistra, il Sistema informativo dei servizi trasfusionali attraverso cui viene gestita la compensazione interregionale. Una diminuzione di circa il 10% rispetto al 2018 che già aveva fatto registrare un’inversione di tendenza dopo le 8.811 emazie richieste nel 2017. Dati incoraggianti nonostante da sempre l’estate sia il periodo più difficile dell’anno per quantità di sangue e plasma raccolte. “È un trend positivo – spiega Liumbruno – il cui merito va ascritto alla grande generosità dei donatori, che hanno risposto ai numerosi appelli, non ultimo quello dell’ormai ex ministra della Salute Giulia Grillo (oggi nel dicastero di lungotevere Ripa è arrivato Roberto Speranza, ndr), in occasione dello scorso World Blood Donor Day, di andare a donare prima di partire per ferie”.

L’incontro di Napoli ha poi rappresentato un momento importante per sottolineare il lavoro delle associazioni di volontariato: “L’autosufficienza di sangue ed emocomponenti è non frazionabile – ha concluso Liumbruno – sovraaziendale e sovraregionale, in accordo con i principi etici e di solidarietà alla base del nostro sistema. L’attività di raccolta associativa è strategica e vale un terzo del sangue raccolto (circa un milione di unità) ed è indispensabile per poter assicurare quotidianamente la terapia trasfusionale a oltre 1.800 pazienti e i medicinali plasmaderivati a migliaia di pazienti”.

Il presidente dell’Avis, Gianpietro Briola

Organizzazione del sistema trasfusionale e fidelizzazione dei donatori sono i punti principali della discussione su cui si è concentrata l’attenzione del presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola: “Favorire l’accoglienza nei punti fissi e mobili significa migliorare la rete di raccolta e incrementare le quantità di sangue. I dati presentati dal Centro nazionale sangue, su come si sia riusciti a ridurre la compensazione, dimostrano l’importanza del lavoro svolto dalle associazioni”. Un lavoro che assume ancor più valore alla luce della carenza di personale nei centri trasfusionali, un problema denunciato nei giorni scorsi proprio dal Cns: “I volontari hanno fatto il massimo nonostante molti territori italiani siano alle prese con centri trasfusionali chiusi perché mancano medici o infermieri – conclude Briola -.  Garantire nuove assunzioni e rendere più appetibile la medicina trasfusionale devono rappresentare le linee guida per il prossimo futuro”.

Il presidente di Fratres, Sergio Ballestracci

“Un’occasione per riscontrare ancora una volta collaborazione e cooperazione tra le varie sigle – ha spiegato il presidente di Fratres Nazionale, Sergio Ballestracci -. Tuttavia sono mancate le associazioni dei riceventi e, a mio avviso, è stato un peccato”. Poi Ballestracci ha lanciato una stoccata al sensazionalismo con cui, troppo spesso, si commentano le questioni legate al mondo della donazione: “Bisogna stare attenti a parlare sempre di emergenza. Questo convegno ha dimostrato che, con il lavoro di noi volontari, le quantità di sangue sono state garantite anche in un periodo difficile come quello estivo: è opportuno che tutti facciano la propria parte, compresi alcuni rappresentanti del mondo dell’informazione”.