Un tempo era il materiale di “scarto” di ogni parto, adesso può salvare una vita e a costo zero. In tutti i punti nascita della Asl Toscana sud est è da oggi possibile donare il sangue del cordone ombelicale. Lo rende noto Patrizia Petruccioli, responsabile dell’azienda sanitaria. “Da ora – illustra Petruccioli – tutti i nostri reparti nascite sono certificati e abilitati a raccogliere questa fonte preziosa di cellule staminali, grazie all’impegno del personale ostetrico che se ne prende carico”. Come si può impiegare il sangue placentare? “Viene utilizzato come valida alternativa al trapianto di midollo osseo per la cura di malattie gravi come leucemie, linfomi, sindromi mielodisplastiche, mielomi, anemie congenite e acquisite, talassemie, malattie congenite dismetaboliche e del sistema immunitario, e alcune forme di tumori solidi”.
In passato, il sangue che rimane nel cordone ombelicale era eliminato insieme alla placenta. Alla fine degli anni ’70, alcuni ricercatori hanno però scoperto che è ricco di cellule staminali progenitrici, del tutto simili a quelle presenti nel midollo osseo.
Il prelievo è un’operazione semplice e indolore sia per il bambino, sia per la madre, ed è effettuato dall’ostetrico dopo il taglio del cordone.
La raccolta della preziosa risorsa presenta tre variabili. Donazione del sangue cordonale allogenica (solidaristica): consiste nella donazione a chiunque ne abbia bisogno e risulti compatibile. I dati relativi confluiscono nel registro internazionale dei donatori di midollo osseo affinché qualunque paziente possa trovare un donatore compatibile anche dall’altra parte del mondo. In questo caso, la conservazione del sangue cordonale è a carico del Sistema sanitario nazionale;
donazione dedicata: consiste nella donazione a un consanguineo del neonato. Anche per questa eventualità la conservazione è a carico del Ssn.
donazione autologa: consiste nel riservare il sangue del cordone esclusivamente al proprio neonato. La legge italiana vieta la conservazione nel territorio nazionale ma consente di esportare in una struttura estera e a proprie spese il sangue di cordone ombelicale e conservarlo a uso personale. I costi per la conservazione, in questo caso, sono a carico del richiedente.