“Sangue dolce” e punture di zanzara
Ecco come stanno veramente le cose

2019-07-30T18:05:09+02:00 31 Luglio 2019|Primo Piano|
di Emiliano Magistri

Proteine essenziali per la produzione delle uova. Questo cercano le zanzare quando vengono a pungerci. Niente “sangue dolce”, insomma, seppur l’espressione abbia sempre cercato di giustificare, carinamente, il perché alcuni di noi diventavano l’oggetto del desiderio di questi insetti e altri no.

Pur nutrendosi di sostanze zuccherine così come i maschi, le femmine di zanzara, così come spiegato sul sito della Fnomceo (la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), sarebbero attirate in base ai gruppi sanguigni. Chi deve guardarsi maggiormente, e questo è il periodo principale dell’anno in cui le zanzare vanno “a caccia”, sono le persone con il gruppo 0, pizzicate il doppio delle volte rispetto a chi è del gruppo A: parliamo di circa l’83,3% rispetto al 46,5% del secondo caso. Sonni più o meno tranquilli li può dormire chi è del gruppo B. Tutto questo è spiegato dalle sostanze chimiche che ognuno di noi produce e che ne contraddistingue l’odore della pelle: questo odore fa sì che si diventi più o meno soggetti alle punture. Ma c’è dell’altro.

L’anidride carbonica, che ognuno di noi emette nella fase dell’espirazione, è una fonte di attrazione per le zanzare, e più aumenta la nostra corporatura, maggiore è la quantità che ne emettiamo così come la probabilità di essere punti, mentre i bambini, essendo più piccoli ed emettendo meno CO2, in media vengono colpiti più di rado.

E sembrano destinati al prurito anche coloro che praticano regolarmente attività fisica: l’acido lattico, infatti, è una delle sostanze che attraggono le zanzare, esattamente come l’elevata temperatura corporea che si raggiunge durante un determinato esercizio. Quest’ultimo fattore, quello della temperatura, è ciò che rende bersagli particolarmente ricercati anche le donne in gravidanza. Ma sono i batteri che “abitano” sulla nostra pelle a renderci prede delle zanzare, batteri la cui composizione dipende in particolare dall’ambiente in cui viviamo, unito a ciò che tocchiamo, mangiamo e beviamo. Cosa fare allora per prevenire le punture?

La Fnomceo spiega subito che la “croce” fatta con l’unghia sulla puntura non serve e, addirittura, “rischia di far peggiorare la situazione con possibili lesioni generate alla pelle con le unghie stesse, che sono tra le parti più sporche del nostro corpo”. Prestare, piuttosto, attenzione a ciò che si mangia può essere di aiuto, in particolare gli alcolici, visto che studi recenti hanno stabilito come una bottiglia di birra sia sufficiente a farci diventare i bersagli migliori per le zanzare: il motivo è probabilmente rappresentato dalla maggiore sudorazione a cui si va incontro assumendo bevande alcoliche.