I proprietari di animali domestici non sono a conoscenza del fatto che, persino loro, potrebbero donare il sangue. O quantomeno, la maggior parte delle persone non lo sa. È quanto emerge da uno studio effettuato da un team di ricercatrici della Royal Veterinary College di Londra che ha portato non solo a verificare la consapevolezza delle persone coinvolte, ma anche la loro disponibilità a far sì che i propri pelosetti possano contribuire alla salute di altri animali.
Dei 158 proprietari che hanno fatto parte della ricerca, è emerso che il 70% di loro non era a conoscenza di questa possibilità. Una volta informati, l’89% ha dichiarato di essere disponibile a far donare il sangue al proprio animale: con qualche remora, però, soprattutto per i gatti. Quello della carenza di sangue animale è un tema che riguarda tutte le specie e, come avviene per gli esseri umani, è sempre importante verificare la compatibilità tra gruppi sanguigni. Ma qual è la situazione dei Paesi esteri, così come del nostro, in tema di banche del sangue veterinarie? Proviamo a capirci qualcosa in più.
In territori anglosassoni come Regno Unito o Stati Uniti esistono dei centri di raccolta frutto di donazioni volontarie dove, a volte, le visite veterinarie vengono effettuate a prezzi vantaggiosi per chi dona. Per quanto riguarda l’Italia, invece, sono in vigore delle precise linee guida del ministero della Salute che, in caso di necessità, consentono ai medici di fare riferimento a centri certificati per la raccolta. È il caso dell’istituto Zooprofilattico delle Venezie, della facoltà di Medicina Veterinaria dell’università di Milano e della sezione di Medicina Interna del dipartimento di patologia diagnostica e clinica veterinaria dell’università di Perugia.
Senza dimenticare il servizio delle banche del sangue di cani e gatti di cui, già in passato, DonatoriH24 aveva scritto in merito all’accordo di collaborazione tra le Avis toscane e le università veterinarie regionali.