Salute e ineguaglianze nelle emergenze umanitarie
Dalle 12:30 l’intervista in diretta a Gino Strada

2019-06-28T09:19:04+02:00 27 Giugno 2019|Primo Piano|
di Emiliano Magistri

Una testimonianza diretta sul tema della salute e delle ineguaglianze durante le emergenze umanitarie. Oggi, venerdì 28 giugno, alle 12:30, in diretta dal convegno di Trieste “Emofilia, la certezza della cura – Terapia sostitutiva, personalizzazione, accesso”, il direttore di DonatoriH24, Luigi Carletti, intervisterà il fondatore di Emergency, Gino Strada.

L’intervento, che potrà essere seguito in diretta sulla pagina Facebook Eight Factor e sul sito www.eightfactor.com, chiuderà la due giorni di incontri e confronti organizzata dall’azienda farmaceutica Kedrion Biopharma al Savoia Excelsior Palace.

Incentivare la cultura del dono come strumento per la realizzazione dei farmaci plasmaderivati, indispensabili per le terapie dei pazienti emofilici, è stato il coro, quasi unanime, che si è alzato al termine della prima delle due giornate di convegno aTrieste, dove rappresentanti del sistema sanitario nazionale e dell’industria farmaceutica, si stanno confrontando sul ruolo del Fattore VIII nel trattamento delle persone emofiliche e sul perché, l’intesa paziente-medico, rappresenti la vera innovazione nel percorso terapeutico.

Il presidente di Avis, Gianpietro Briola

La prima giornata di lavori ha visto il presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola fare il punto su quelli che, a oggi, sono i numeri della donazione nel nostro Paese: “L’Italia raccoglie il plasma solo da donatori volontari e lo conferisce in ‘conto lavorazione’ con una proprietà dei medicinali plasmaderivati pubblica – spiega -, ma siamo solo al 70% di autosufficienza. Le difficoltà sono legate all’organizzazione del territorio e dei singoli ospedali, alle strategie regionali e alla programmazione e raccolta. La soluzione potrebbe ad esempio consistere in una maggiore flessibilità di giorni e orari di accesso ai servizi, così da agevolare i donatori. Dobbiamo insistere su quanto il plasma sia fondamentale e necessario, al pari del sangue intero, e uscire da una logica di emergenzialità del sistema per passare a un concetto di quotidiana e costante necessità“.

Il direttore del Centro nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno

Sulla stessa lunghezza d’onda, Giancarlo Liumbruno, direttore del Centro nazionale sangue: “Alcuni prodotti della plasmaderivazione, intermedi o finiti, come i fattori della coagulazione (ad esempio l’VIII, al centro del convegno, ndr), risultano eccedenti in Italia, ma carenti in altri Paesi del mondo. Proprio per questo il Cns si è fatto promotore di quanto previsto da recenti strumenti legislativi, per consentire al sistema trasfusionale una gestione etica e razionale della risorsa plasma. Abbiamo iniziato a lavorare su progetti che prevedono la cessione a fini umanitari di medicinali plasmaderivati (Fattori VIII e IX della coagulazione) a Paesi come Albania, Armenia, Afghanistan ed El Salvador, quest’anno coinvolti dall’iniziativa. Un risultato importante che nasce da un impegno ancora più importante, quello di chi dona il plasma. Una donazione che, va ricordato, in Italia è totalmente volontaria e non remunerata”.

Alessandro Gringeri, Chief Medical and R&D Officer di Kedrion

Partner storico dell’emofilia, per la produzione e distribuzione nel mondo di farmaci plasmaderivati, è Kedrion, l’azienda biofarmaceutica, tra l’altro organizzatrice della due giorni triestina. Come ha spiegato nel suo intervento Alessandro Gringeri, Chief Medical and R&D Officer, “questo evento deve essere un momento di confronto tra tutti gli attori del mondo dell’emofilia: la comunità medico scientifica, i pazienti, i donatori, le associazioni, le istituzioni. La nostra è l’unica azienda italiana che sviluppa e produce farmaci derivati dal plasma, e tra questi i fattori anti emofilici. Kedrion ha dato vita a progetti volti a estendere globalmente l’accesso alle cure, cosa che ancora oggi, tanto per fare un esempio, è impossibile per il 70% degli emofilici nel mondo. Ma non solo. Siamo impegnati in un’altra area terapeutica, quella della medicina materno-fetale, per la quale si registrano ancora decine di migliaia di casi legati al tetano che spesso, nonostante il vaccino (rappresentato da farmaci plasmaderivati, ndr) a cui si è sottoposta la madre, contagia anche il nascituro”.

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