Perché donare il plasma è più adatto alle donne

2019-06-11T13:28:17+02:00 11 Giugno 2019|Donazioni|
di Emiliano Magistri

È lo strumento grazie al quale vengono prodotti medicinali salvavita, preziosissimi per la cura di molteplici patologie. E si dona. Gratuitamente. Stiamo parlando del plasma, il componente del sangue che, quotidianamente, le associazioni attive in questo campo incentivano a donare.

Sia uomini che donne possono donare il sangue, lo stesso vale per il plasma. Ma per il gentil sesso, quest’ultima, è addirittura più “adatta” come tipologia di donazione. Cerchiamo di capire perché.

Quando si sceglie di donare il sangue le donne possono farlo ogni sei mesi, mentre per gli uomini l’attesa tra una donazione e l’altra è esattamente della metà: tre mesi. Questo perché? Perché le donne, anche a causa del ciclo mestruale, sono più soggette a livelli bassi di emoglobina (la proteina che trasporta l’ossigeno). La differenza con la donazione del plasma sta proprio nel tempo di attesa.

In questo caso, sia per gli uomini che per le donne, occorre aspettare circa quindici giorni. In più, la plasmaferesi non incide né sul livello di ferro, né sui globuli rossi, visto che vengono rimessi in circolo nell’organismo subito dopo aver ricavato il plasma. Ecco perché le donne vanno incontro a rischi inferiori con questo tipo di donazione.

Ridotti sono anche gli effetti collaterali, come i classici giramenti di testa, in quanto i liquidi persi vengono immediatamente reintegrati con la soluzione salina. Ma come avviene la plasmaferesi?

A differenza della donazione del sangue, in cui il liquido prelevato dal braccio va a finire direttamente nella sacca, durante la plasmaferesi si ricava il sangue intero, viene separata la parte liquida e, nella stessa seduta, si restituisce la componente cellulare. Il prelievo per la plasmaferesi avviene per mezzo di una macchina e richiede un tempo maggiore, che varia dai 30 ai 50 minuti, rispetto alla donazione del sangue proprio perché il procedimento è più elaborato.