Quando donare il sangue diventa una missione
Bellanti (Avis Massa): “Così ho sfiorato quota 300”

2019-05-14T16:56:28+02:00 15 Maggio 2019|Personaggi|
di Emiliano Magistri

Ha effettuato la sua prima donazione nel maggio 1970. All’epoca era appena 18enne e stava prestando il servizio militare a Viterbo: “All’inizio facevo delle donazioni periodiche, poi una volta tornato a casa, sono entrato nel mondo Avis e non mi sono più fermato”.

E da quel mondo Avis non si è allontanato più. Lui si chiama Carlo Bellanti ed è il presidente della sede di Massa dell’associazione. Un ruolo che ricopre dal 1998, dopo che, quattro anni prima, fece il suo ingresso in Avis come segretario. Bellanti ha sfiorato il traguardo delle 300 donazioni: “Ne ho effettuate 267 qui nella mia città, più altre 17 in altre località, tra cui Bolzano dove dove ho vissuto per cinque anni”. Il totale fa 284: “Però ho dovuto smettere per sopraggiunti limiti di età, visto che ho 67 anni”.

Il presidente di Avis Massa, Carlo Bellanti

Ma come è scattata la molla che l’ha portato a diventare donatore? “A Viterbo, dove stavo svolgendo il servizio militare, ci portavano a donare il sangue a gruppi scaglionati – racconta – e dopo quella esperienza ho deciso di continuare anche per conto mio. Compiere questa scelta è importante, non solo per gli altri, ma anche per se stessi”. Bellanti ha effettuato la sua ultima donazione il 2 gennaio del 2016, ma l’impegno all’interno di Avis non si è fermato. Anzi.

I numeri raccolti nel corso dell’ultimo anno premiano l’attività dei volontari: 5.500 circa sono state le quantità raccolte nel 2018 tra sangue e plasma, anche se, come spiega il presidente “può capitare che si possa variare di una cinquantina in più o in meno. Siamo comunque soddisfatti di questi dati, visto che ogni volta siamo tra le prime province della Toscana anche grazie alla collaborazione dello staff dei nostri centri trasfusionali: il personale dà sempre una grande mano alle associazioni”.

L’Avis di Massa sta poi portando avanti un progetto nelle scuole del territorio per “sensibilizzare i giovani e spiegare loro cosa facciamo ogni giorno. Li accompagniamo nel centro trasfusionale, organizziamo eventi di carattere sportivo e varie iniziative per avvicinarli a questo mondo. Donare il sangue – conclude Bellanti – è importante non solo per chi lo riceve, ma anche per chi lo dona visto che si viene monitorati costantemente dal personale sanitario: compiere questa scelta vuol dire anche tutelare la propria salute“.