Un nuovo metodo di immunoterapia che aiuta a fermare lo sviluppo dei tumori del sangue. È quanto hanno sviluppato i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine di New York, grazie alla presentazione incrociata dell’antigene, la sostanza in grado di essere riconosciuta dal sistema immunitario come estranea o potenzialmente pericolosa.
Generalmente, le cellule immunitarie catturano l’antigene per poi presentarlo ai linfociti T che, riconoscendolo come sostanza esterna, iniziano ad attaccarlo insieme ai suoi portatori. Questo perché l’antigene viene presentato con le Mhc (le molecole del complesso di istocompatibilità) sulle cellule immunitarie: gli antigeni intracellulari, di solito, sono in combinazione con le Mhc di classe I e gli antigeni extracellulari con Mhc di classe II.
Durante l’esperimento di presentazioni incrociate, gli antigeni intracellulari sono presentati come extracellulari e, per trattare un tumore del sangue incurabile, i ricercatori hanno utilizzato una serie di fattori stimolanti: il primo ha agito sulla migrazione delle cellule immunitarie (o dendriche) verso i tessuti maligni, l’altro ha presentato gli antigeni per identificare la massa tumorale. Allo studio hanno partecipato 11 pazienti con tumori in stadio avanzato nei quali la terapia ha incrementato il lavoro dei linfociti T e generato risposte immunitarie lontano dal sito di vaccinazione.
Senza dimenticare che, sui topi, i test avevano già dimostrato un’aumentata efficacia di questa terapia se unita con il metodo di inibizione dei punti di controllo, cioè quei composti che interferiscono con l’attivazione dei linfociti T e che sono necessari per prevenire l’attacco di cellule immunitarie sui nostri tessuti.