Tumori infantili, il 50% non diagnosticato
I numeri della ricerca di Harvard

2019-03-29T19:27:15+01:00 31 Marzo 2019|Primo Piano|
di Emiliano Magistri

La metà dei tumori che colpisce i bambini nel mondo non viene diagnosticata. E la maggior parte dei casi riguarda i Paesi a basso e medio reddito, che spesso sono alle prese con strumentazioni sanitarie non all’avanguardia. È il risultato dello studio effettuato dai ricercatori dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, negli Stati Uniti, pubblicato sulla rivista Lancet Oncologye che è stato condotto sui dati relativi a 200 nazioni.

Le ricerche precedenti si basavano sui numeri dei registri oncologici che identificano i casi di tumore in popolazioni ben definite, registri di cui nel mondo è sprovvisto circa il 60% dei Paesi. Tuttavia, molti pazienti non riescono a ottenere una diagnosi precisa della loro patologia oncologica, motivo per cui non rientrano in questi registri, soprattutto perché non hanno accesso ai servizi sanitari di base e muoiono in casa o per diagnosi sbagliate.

I ricercatori statunitensi hanno condotto lo studio basandosi, dove è stato possibile, su questi registri o su dati dell’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) e dell’Unicef. È emerso che sono quasi 400mila i nuovi casi di tumori infantili, mentre solo 200mila (la metà appunto) vengono effettivamente diagnosticati: significa, insomma, che un bambino su due non vede diagnosticata la propria patologia oncologica e muore senza iniziare le terapie necessarie.

Africa, Asia centro-meridionale e isole del Pacifico sono le zone del globo dove queste mancate diagnosi avvengono più frequentemente, con le conseguenze che sappiamo. In Europa e nel Nord America, invece, il dato si riduce oltremodo, visto che solo il 3% dei casi non verrebbe diagnosticato. La proiezione stilata dall’università di Harvard porterebbe, al 2030, con altri tre milioni di casi di tumori infantili non diagnosticati, se non vengono effettuati interventi concreti nei sistemi sanitari dei singoli Paesi.

È la leucemia linfoblastica acuta la forma tumorale più frequente. 397mila sono state le diagnosi effettuate, nel 2015, rispetto alle 224mila effettivamente registrate. Il 3% di queste in Europa occidentale, con 120 casi non diagnosticati su 4300, e America del Nord, con “solo” 300 diagnosi mancate su un totale di quasi 11mila casi. Il confronto con l’Africa occidentale è imbarazzante: 43mila non diagnosticate, su 76mila tumori.