Dolori addominali, perdita di peso, diarrea frequente e prolungata, fatica, perdita di appetito o febbre. Sono solo alcuni dei sintomi che affliggono chi soffre della malattia di Crohn, una patologia che, solo in Italia, colpisce circa 100.000 persone di cui 5.500 solo nel Lazio.
Questa malattia rientra nel novero di quelle infiammatorie croniche dell’intestino (Ibd) ed è caratterizzata da un’errata risposta del sistema immunitario al cibo, ai batteri e ad altre entità che vengono erroneamente scambiate per sostanze estranee, ecco che infatti i sintomi possono essere vari e dipendono dal tratto intestinale colpito. La variabilità nelle manifestazioni porta spesso a ritardi nella diagnosi, con conseguenti complicanze nel decorso della malattia che, se non trattata correttamente, può portare a invalidità e, frequentemente, a interventi chirurgici.
«Questa è una malattia infiammatoria cronica che colpisce il tratto gastrointestinale – spiega Alessandro Armuzzi, segretario nazionale Ig-Ibd, Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease – Seppur sia ancora sconosciuta la causa scatenante, sono coinvolti più fattori, tra i quali la predisposizione genetica, fattori ambientali, immunologici e il microbiota. La diagnosi avviene per lo più in età giovanile, tra i 20 e i 30 anni».
E non si tratta solo di un disagio fisico. È stato calcolato da Altems e Amici Onlus che, nel Lazio, ciascun paziente con malattia infiammatoria cronica dell’intestino, spende di tasca propria in media 674 euro all’anno, spesa che raggiunge i 2.266 euro se si considerano anche i costi indiretti del paziente e del caregiver (di colui o colei che se ne prende cura). E oltre ai disturbi clinici e alla spesa economica, la malattia di Crohn è, proprio a causa del tipo di disturbi, spesso causa di disagio sociale.
«Questo disturbo – afferma infatti Stefania Canarecci, presidente Amici Lazio Onlus – può rendere difficili sia le relazioni personali, di coppia e con la propria famiglia, sia quelle lavorative e sociali, con un forte impatto a livello emotivo tanto che chi ne è colpito presenta spesso anche segni di depressione, stress, inquietudine e ansia. Inoltre, a causa dei classici sintomi, è una malattia percepita come imbarazzante di cui quindi non si parla e per la quale i malati soffrono in silenzio».
Una delle caratteristiche più invalidanti della malattia di Crohn è la sua natura recidivante. «Parliamo di una malattia – continua Salvo Leone, direttore generale Amici Onlus – con un decorso caratterizzato da fasi di remissione e fasi di attività in cui la patologia si manifesta spesso in forma molto aggressiva, costringendo chi ne è affetto a continui ricoveri in ospedale o, nella migliore delle ipotesi, a periodi forzati di inattività. Sono frequenti i casi, soprattutto nelle aziende private, in cui le prolungate assenze a cui il lavoratore malato è costretto determinano relazioni tese con il datore di lavoro, fino al ricorso al licenziamento, al trasferimento o a pratiche di mobbing o alla crisi aziendale per i lavoratori autonomi».