Effetti postumi dell’influenza e conseguente carenza di sangue. È la situazione con cui sta facendo i conti il reparto di medicina trasfusionale dell’ospedale Umberto I di Siracusa, dove mancano, oltre ai gruppi 0, anche sacche di A positivo, B positivo e negativo e AB positivo.
Un’influenza, come ha confermato a DonatoriH24 il presidente dell’Avis comunale, Sebastiano Moncada, “per la quale ci aspettavamo conseguenze maggiori nel mese di febbraio, mentre è proprio ora che molte persone sono state costrette al letto trovandosi impossibilitate a donare”. Un appello, quello lanciato dall’associazione, volto a incrementare le scorte della struttura sanitaria ed evitare così possibili emergenze future: “Non possiamo definirlo un allarme rosso, ma è indubbio che sale operatorie e attività quotidiane dell’ospedale necessitino di un numero di sacche che, a oggi, si sta esaurendo”.
Tuttavia, i numeri registrati dal primo gennaio a oggi, premiano l’attività dell’Avis: “Rispetto allo scorso anno abbiamo già raggiunto i 1.400 donatori – spiega il presidente – aumentando di oltre 50 il numero ottenuto, nello stesso periodo, lo scorso anno. 165 sono i donatori di plasma. Il problema che stiamo constatando oggi, però, è dovuto da un impiego maggiore di sangue nelle sale operatorie dell’Umberto I: nel 2018 questo fatto non si era verificato, non saprei spiegarne il motivo”.
Su una città che conta circa 123mila abitanti, Avis può vantare comunque numeri incoraggianti: “Ogni giorno garantiamo all’ospedale almeno due donatori di piastrine – prosegue Moncada -, nel corso di un anno possiamo arrivare a 6mila donatori o poco più. Il nostro obiettivo, per questo 2019, è di raggiungere i 7mila. Lo scorso anno, tra donatori di sangue intero, plasma e piastrine, abbiamo registrato 6.584 presenze, quindi il traguardo è a portata di mano”.
L’appello lanciato per sensibilizzare alla donazione ha già prodotto risultati positivi: “Solo nella mattina di oggi, lunedì 25 marzo, abbiamo ricevuto 20 donatori di sangue intero e due di plasma. La mia e nostra speranza è che la Sicilia intera diventi quantoprima autosufficiente – conclude il presidente -. Per quel che ci riguarda, ogni anno, dall’intera provincia di Siracusa, inviamo sacche a ospedali di città vicine, come nel caso di Messina a cui mandiamo circa 4.500 sacche. Serve però molto di più per raggiungere livelli accettabili”.