Uno scambio di energia tra medici, studenti, pazienti e donatori di sangue. Questo è quello che è avvenuto lo scorso venerdì 15 marzo all’auditorium Ennio Morricone di Tor Vergata, a Roma, durante la prima edizione della “Festa del donatore“. L’iniziativa, organizzata dai Volontari del policlinico di Tor Vergata e dai giovani Donatori di sangue Uniroma2, è stata anche l’occasione per premiare i vincitori del concorso letterario “Gocce di vita” riservato ai racconti sul mondo della donazione di sangue.
“Sangue del mio sangue“, di Priscilla Pacetti, è il titolo del racconto vincitore: una lunga toccante lettera di una mamma che deve spiegare alla propria figlia che la nonna è malata e avrà bisogno di trasfusioni.
«Insieme alla lettura dei racconti ci sono state anche le testimonianze di alcune persone malate che incontro quando vado in reparto» a parlare con DonatoriH24 è Chiara Capanna, responsabile dei giovani donatori Uniroma2 e organizzatrice dell’evento. E continua: «Motivo cardine di tutta la giornata è stato proprio quello di cercare di umanizzare il più possibile il gesto del dono del sangue: non si dona solo perché è un dovere ma, anche e soprattutto, perché a ricevere il sangue ci sono persone reali e un giorno potremmo trovarci noi stessi ad averne bisogno».
Importante contributo è stato quello di un giovane studente universitario che all’improvviso si è trovato a dover fare i conti con la leucemia. «Fa parte delle testimonianze che ho raccolto durante le mie visite in reparto» spiega Chiara Capanna, «la sua storia come quella di altri pazienti è servita da esempio di quello che può fare una singola persona donando il proprio sangue: i 10 minuti di donazione sono impagabili momenti di vita in più per chi lo riceve».
Così con il tema “Donando il sangue si dona speranza e dove speranza c’è vita” le oltre cento persone arrivate da tutta Italia hanno trascorso insieme una giornata di emozione e solidarietà. Ad intrattenerli anche la presenza del batterista Lele Anastasi e dell’illusionista Matteo Casciani.
«Il prossimo passo sarà quello di raccogliere tutti i 16 racconti in un’antologia da distribuire nelle scuole e nelle Università» continua la responsabile dei giovani donatori, «Donare il sangue non è solo un gesto di solidarietà come tanti altri ma è davvero un regalo per le persone che hanno bisogno: con questi racconti vorrei portare a tutti la concretezza dell’azione del dono».
Il progetto di Chiara Capanna, insieme ai volontari del policlinico Tor Vergata e ai giovani donatori uniroma2 è proprio quello di diffondere il più possibile cosa succede donando il proprio sangue, rivolgendosi soprattutto ai più giovani, necessari e importanti per un ricambio generazionale nell’ambito della raccolta sangue.