Medici specializzandi nelle unità di raccolta sangue
Avis Lombardia plaude al progetto della Regione

2019-03-15T14:33:53+01:00 17 Marzo 2019|Donazioni|
di Emiliano Magistri

Una proposta di risoluzione per incentivare la presenza di medici specializzandi, come volontari, nelle unità di raccolta sangue regionali. È quando ha approvato la commissione Salute della Regione Lombardia e che, nei prossimi giorni, passerà al vaglio del Consiglio per l’ok definitivo. Una forza in più che viene messa a disposizione delle associazioni del territorio per andare incontro alle esigenze dei donatori e rispondere in modo efficace ai malati.

Ne è convinto il presidente di Avis Lombardia, Oscar Bianchi, che a DonatoriH24 ha voluto commentare quella che, come ha tenuto a precisare, “non è ancora una normativa effettiva”: “Con questo progetto viene autorizzata la presenza di un medico in specialità che può così integrare lo staff su cui ogni unità di raccolta, comunque, già da adesso può contare”. Una presenza che, oltretutto, garantisce una risposta immediata ai donatori, riducendo così i tempi di attesa prima della chiamata per poter andare a lasciare il proprio sangue.

Il presidente di Avis Lombardia, Oscar Bianchi

Ma cosa comporta, nello specifico, l’introduzione di questa figura? “Da quando c’è stata l’ultima riforma relativa ai medici in specialità, non è più possibile per un professionista ricevere compensi ulteriori oltre a quelli che già percepisce frequentando la scuola di specializzazione. Ecco perché, introducendo la sua figura a livello volontario, l’attività che svolgerebbe non entrerebbe in conflitto con il suo lavoro primario e le realtà associative potrebbero dare continuità alla raccolta di sangue”.

Una raccolta di sangue che vede la Lombardia, e con essa Avis che, proprio qui, ha iniziato il suo lavoro nel mondo della donazione, come prima regione italiana per numero di sacche raccolte: “Dobbiamo renderci conto che nel nostro paese vengono raccolte, ogni anno, circa 2 milioni di sacche di sangue – spiega Bianchi -. Di queste, quasi 500mila sono frutto del dono dei lombardi e il 93% di loro sono iscritti ad Avis. Aggiungiamoci poi che su un totale di un milione e 300mila donatori, ben 270mila sono della nostra regione. La sezione locale della nostra associazione vanta numeri del genere solo grazie all’apporto che i cittadini lombardi garantiscono ogni anno: se non fosse per loro non ci sarebbe l’autosufficienza nazionale, visto che molte delle sacche che vengono raccolte qui servono per sopperire alla carenza di altre regioni“.

Con questa risoluzione si andrebbe a coronare un progetto avviato due anni fa: “La Lombardia è la prima regione ad aver introdotto questa novità – conclude il presidente – e per noi è motivo di grande orgoglio. Sopperire alla carenza di personale medico, significa rispondere a un problema nazionale: speriamo di essere il punto di traino per tutte le altre regioni italiane”.