Umbria, il presidente Avis Marchini ai direttori Asl
«Poca organizzazione e troppe aspettative disattese»

2019-03-14T14:04:06+01:00 14 Marzo 2019|Primo Piano|
di Marta Perroni

Una serie di aspettative non rispettate a causa di una cattiva organizzazione. Questa la denuncia che Andrea Marchini, presidente di Avis regionale Umbria ha condiviso in un post scritto in questi giorni su Facebook.

Aperture domenicali, ridistribuzione delle apparecchiature e incremento della plasmaferesi, informazioni condivise per poter organizzare le raccolte a chiamata. Ecco le richieste ai direttori generali delle Asl umbre che il presidente Marchini a nome di Avis Umbria ha reso pubbliche e condiviso con DonatoriH24 perché da troppo tempo rimaste inascoltate.

«Il piano regionale sangue e plasma 2016 – 2018 è scaduto e purtroppo dopo ancora tre anni l’Avis non è stata messa nelle condizioni di assolvere ai suoi impegni perché i direttori generali delle aziende ospedaliere e delle unità sanitarie locali, firmatari unitamente all’ente Regione della convenzione vigente, non rispondono nemmeno alle numerose sollecitazioni e richieste avanzate dall’associazione tese ad un miglioramento continuo dei servizi» queste le parole del presidente Marchini diffuse con un post Facebook.

La “chiamata programmata” tanto importante per evitare eccedenze e/o carenze, secondo il presidente, non è stata resa possibile perché l’Avis Regionale non è in possesso dei dati necessari per organizzare e pianificare le donazioni: soglie minime per gruppo, esigenze settimanali programmate e scorte presenti per ogni servizio immunotrasfusionale.

«Ciò che non tutti i donatori capiscono è l’importanza della chiamata. Tenendo conto che una sacca di sangue dura 42 giorni, il sangue deve essere donato soprattutto nel momento della carenza dei gruppi sanguigni. Come Avis facciamo delle chiamate settimanali che evidenziano i gruppi carenti, così facciamo in modo che chi va a donare sia effettivamente utile» Queste erano anche le parole del presidente di Avis Comunale Terni, Patrizio Fratini riguardo il lavoro di donazione sul territorio.

E qualche mese di distanza sembra che l’obiettivo dell’associazione di donatori non riesca ad essere raggiunto.

«È un problema di collaborazione tra le Asl e Avis. – continua il presidente di Fratini parlando con DonatoriH24, – I sistemi informatici che usano le Asl non sono tra loro coordinati e anche come Avis regionale non siamo aggiornati. Inoltre, per motivi di privacy, non ci vengono comunicati i nomi dei donatori che sono stati sospesi o reputati non più idonei, questo ci impedisce di fare chiamate giuste e puntuali ai donatori che possono donare, ad esempio».

Andrea Marchini, presidente Avis Regionale Umbria

Un’altro punto del presidente Marchini riguarda il fatto che l’Avis Regionale ha dato il proprio consenso affinché delle “sacche di sangue”, in particolare di gruppo A+, giacenti nelle emoteche regionali e non richieste per gli interscambi nazionali, venissero assegnate a paesi terzi e in via di sviluppo purché il Centro Nazionale Sangue ne avesse la gestione delle procedure e vigilasse sulla correttezza delle stesse. «Di tale decisione ne era stata data comunicazione ai donatori affinché avessero conoscenza della destinazione umanitaria del proprio dono», denuncia Marchini, «ma la Regione non ha ancora fatto conoscere le iniziative assunte in merito».

Altra mancanza riguarderebbe proprio le aperture domenicali dei Sit (servizio immuno trasfusionale) di Terni, Foligno e dei Punti di Raccolta Fissi di Narni e Orvieto per tutte le terze domeniche del mese a decorrere dal  mese di marzo.

«Purtroppo queste aperture domenicali danno fastidio ad alcuni direttori che sembrano non dare peso alla carenza di sangue e all’importanza della raccolta» denuncia il presidente Marchini parlando con DonatoriH24. E continua: «Il loro compito dovrebbe essere quello di fare in modo di raccogliere tutto il sangue disponibile e dare la possibilità ai servizi di farlo in modo uniforme, a Perugia, ad esempio, abbiamo riscontrato interesse e collaborazione, in altri luoghi no».

Ecco che quindi l’Avis Regionale chiede che la soluzione ai problemi esposti siano quanto prima posti tra gli “obiettivi” dei direttori generali: «bisogna pensare all’autosufficienza prima regionale poi nazionale, per fare questo bisogna raccogliere in maniera organizzata e consapevole il sangue e il plasma» continua Marchini e conclude: «È quindi importante e fondamentale che le strutture si adeguino a quelle che sono le esigenze del servizio di raccolta».

Dall’Asl2 di Perugia, i dirigenti generali fanno sapere a DonatoriH24 che risponderanno alle parole del presidente Avis Umbria venerdì 15 marzo con un comunicato ufficiale.