Droni per il trasporto di sangue, emoderivati e materiale biologico. Il nome di questo innovativo progetto nazionale è “Philotea” e nei giorni scorsi nell’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli ne sono stati eseguiti i test sperimentali.
L’Enac (‘Ente nazionale per l’aviazione civile) ha infatti autorizzato il progetto che vede il confronto e l’integrazione di due mondi innovativi diversi : la sanità e la tecnologia di volo.
L’obiettivo di “Philotea” è quello di dimostrare la validità delle soluzioni a tecnologia avanzata su basi di IoT (Internet delle cose, ovvero, oggetti reali connessi ad internet), nell’ambiente della salute pubblica. Il nostro sistema sanitario nazionale infatti dipende sempre più da una logistica che dovrebbe diventare smart, economica ed ecosostenibile, in cui più che il cittadino si muovono materiali biologici ed informazioni (come per la medicina di laboratorio in cui la tempestività e la qualità dei referti incidono sostanzialmente sulla diagnosi e sulle cure).
L’uso dei velivoli a pilotaggio remoto per la movimentazione di medicinali urgenti, o prodotti di primo soccorso quali defibrillatori, viene sperimentata da circa due anni. E il trasporto di materiale biologico come sangue o plasma, è certamente più difficoltoso per la necessità del mantenimento delle condizioni della merce trasportata.
Il progetto è stato possibile grazie al coinvolgimento di quattro aziende: Carpitech di Napoli, WipLab di Napoli, P.R.I.S.M.A. di Monza e Drone Group di Pescara che hanno fornito supporto tecnico e logistico, in partnership con Elite Consulting che ha fornito lo speciale contenitore per i campioni biologici da trasportare per via aerea tramite il drone.
Il programma è patrocinato dall’Ordine Nazionale dei Biologi e da Sibioc (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica).
Sotto la supervisione di alcuni ispettori Enac nei giorni scorsi è stato quindi collaudato il nuovo sistema di comunicazione in tempo reale tra gli ospedali Monaldi e Cotugno di Napoli.
La distanza tra le due strutture della Ausl è di circa 200 metri, e le difficoltà riguardano la conservazione del carico.
Ad essere testato è stato anche il trasporto di materiale biologico ad alta deperibilità (urine, sangue, plasma), tra le due strutture ospedaliere.
«Tutto è nato nella Città della scienza di Napoli, ed è proseguito con due anni di lavoro completamente finanziato autonomamente e con donazioni» spiega a DonatoriH24 il biologo Lorenzo Gragnaniello, team leader della rete d’impresa “Healt Tech Fly” che ha sviluppato e curato il progetto. «Si trattava di una startup innovativa, che ha lavorato ad una piattaforma di controllo e comunicazione tra persone, materiali, metodi, parametri, temperature e destinazioni in ambito sanitario» e continua: «abbiamo poi creato un Iot con un software per la comunicazione via terra e, successivamente, sviluppato il trasporto di sangue su drone, quello che ci sembrava il metodo più innovativo e veloce».
Il nome della piattaforma tecnologica di comunicazione in tempo reale è “Pantheon“. Messa a punto proprio a Napoli, riguarda la trasmissione dei parametri critici sull’integrità biologica del contenuto organico trasportato, come temperatura, pressione, umidità, oscillazione, e la tracciatura di tutta la filiera della fase pre analitica, in relazione dinamica e proattiva con la procedura mobile dei droni.
«Bisogna tenere presente che nel trasporto di materiali organici e medicinali molti di questi si perdono o non giungono integri a destinazione» continua il dottor Gragnaniello, «Spesso non vengono rispettate le linee guida dettate dal Centro Nazionale Sangue e le sacche vengono sprecate. Con il contenitore gestito in intelligenza artificiale si eviterebbero gli sprechi rispettando, cosa per noi di fondamentale importanza, la dignità del trattamento del sangue, individualità vivente dal punto di vista biologico».
Soddisfazione da parte di tutto il team per il lavoro e per la riuscita del volo di test dello scorso 7 marzo, ma anche, spiega ancora Gragnaniello a DonatoriH24, «sono soddisfatto delle possibilità date dalla nostra equipe, un gruppo eterogeneo e multispecialistico che è riuscito ad attuare una visione proiettata nel futuro».
«Con la speranza che Torino Lab che sta analizzando il progetto lo accetti per integrarlo in Smart city, ci auguriamo di poter continuare con test quotidiani per migliorarci tecnologicamente e specializzarci sempre di più» conclude il team leader.