Educare i futuri dirigenti sul tema della donazione
La scuola di formazione Avis – Campus al Meyer

2019-03-14T12:26:19+01:00 12 Marzo 2019|Attualità|
di Emiliano Magistri

Formare i futuri dirigenti del settore no profit e sensibilizzarli sul ruolo fondamentale che la donazione ricopre nell’ambito della ricerca. Con questo obiettivo, nel 2015, Avis e Fondazione Campus (realtà che, da 15 anni, individua il suo campo di azione e di interesse nell’area del turismo e del territorio e nell’area del management e dell’impresa, occupandosi di ricerca e formazione universitaria avanzata) hanno avviato il progetto della scuola nazionale di formazione per i futuri dirigenti avisini. Il weekend del 9 e 10 marzo, a Firenze, ha rappresentato un appuntamento importante nel corso del quale, nella sede dell’ospedale Meyer, i giovani provenienti da tutte le regioni e province autonome italiane hanno potuto conoscere nel dettaglio le più recenti sperimentazioni su alcune delle patologie rare di cui sono affetti i bambini assistiti nella struttura sanitaria.

Il progetto della scuola è stato avviato quattro anni fa e, fino a oggi, ha permesso di formare 96 nuovi dirigenti Avis (49 donne e 47 uomini) che hanno potuto partecipare alla due giorni fiorentina. La serie di incontri tenutasi all’ospedale Meyer, inoltre, ha permesso all’associazione di rilanciare ulteriormente l’importanza della donazione di plasma, un tema che già dallo scorso anno ha rappresentato il fulcro della campagna comunicativa di Avis.

Il presidente di Avis, Gianpietro Briola

“Insieme all’ospedale Meyer da circa tre anni stiamo sperimentando una terapia a base di plasmina – spiega a DonatoriH24 il presidente di Avis, Gianpietro Briola -, un derivato del plasma, per curare la congiuntivite lignea (una forma rara di congiuntivite cronica, caratterizzata dalla formazione ricorrente di lesioni pesudomembranose a livello delle superfici palpebrali. È caratterizzata da lacerazione e rossore, iniziale cronico della congiuntiva, con conseguente formazione di pseudomembrane ricche di fibrina. Neonati e bambini sono i soggetti più a rischio, ndr)”. Un motivo in più per ribadire, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, l’importanza della vostra campagna #GialloPlasma: “Il concetto di donazione etica che noi portiamo avanti è finalizzato proprio a questo, a far sì che il plasma serva a produrre il più alto numero di prodotti utili a curare questo tipo di malattie, soprattutto se hanno a che fare con i bambini”.

Una sperimentazione che potrebbe essere introdotta anche per altre patologie: “A maggio presenteremo i dati di questo studio in occasione della nostra assemblea nazionale – prosegue Briola – mostrando i risultati ottenuti dalla sua somministrazione nei piccoli pazienti affetti da questa malattia. Speriamo sia solo il primo caso di sperimentazione, così da contribuire alla cura di altre forme rare e difficili da guarire”. Che poi è un po’ l’obiettivo del progetto della scuola di formazione: “Abbiamo iniziato quattro anni fa e ogni volta ci siamo riuniti in sedi istituzionali. Quest’anno abbiamo scelto il Meyer perché è riconosciuto come luogo di ricerca e formazione, essendo anche sede di un’università. Con i dirigenti del futuro vogliamo fare proprio questo – conclude – educarli all’eticità e alla preparazione che guardi ai benefici sociali. Occorre essere consapevoli che donare è necessario e bisogna conoscere tutte le regole per potersi confrontare con le istituzioni e trovare, con esse, il modo più funzionale per portare avanti la nostra filosofia di lavoro”.

Il direttore generale dell’ospedale Meyer, Alberto Zanobini

Aver scelto il Meyer Health Campus come luogo di formazione dei dirigenti Avis è stato motivo di estrema soddisfazione per Alberto Zanobini, direttore generale della struttura sanitaria pediatrica: “L’associazione organizza questi corsi in varie città d’Italia e siamo orgogliosi di averne ospitato uno qui – spiega a DonatoriH24 -. Far conoscere al corpo dirigente l’importanza della donazione è decisivo. Noi stessi abbiamo un centro trasfusionale che rappresenta un modello di eccellenza e che ci sta fornendo la base dalla quale abbiamo avviato una duplice sperimentazione”.

La prima riguarda la plasmina: “Grazie al dottor Roberto Caputo, primario del reparto di Oftalmologia, stiamo adottando un collirio da emoderivati su una forma di malattia rara come la congiuntivite lignea”. La seconda coinvolge le immunodeficienze primitive: “La professoressa Chiara Azzari è la responsabile del nostro centro di Immunologia pediatrica e sta sperimentando la somministrazione sottocutanea dell’immunoglobulina – prosegue Zanobini -, a dimostrazione di come nella nostra azienda universitaria la ricerca sia finalizzata alla salute immediata del bambino. Non vogliamo solo fare pubblicazioni, ma dare risposte rapide e concrete per la cura dei più piccoli”.