Un accumulo di grasso in circolo così elevato da trasformare il sangue in un liquido bianco e denso quanto il latte. È quello che succede quando si registra un livello di trigliceridi nel sangue superiore ai 500 milligrammi per decilitro, una condizione chiamata ipertrigliceridemia. Il caso più recente ha riguardato un paziente tedesco di 39 anni che, a Colonia, al momento di effettuare un prelievo, ha visto le provette riempirsi di liquido bianco.
Ma cerchiamo di capire un po’ meglio cosa si intende quando parliamo di questa condizione, quali sono le sue cause e, soprattutto, come è possibile curarla.
La ipertrigliceridemia
Come dice la parola stessa, è la situazione in cui ci troviamo quando si registra una concentrazione eccessiva di trigliceridi nel sangue. Il valore dei grassi, per essere nella norma, non deve superare i 150 milligrammi per decilitro, o al massimo deve restare entro i 200. Si parla di trigliceridi alti quando il valore oscilla tra i 200 milligrammi e i 499: quando viene oltrepassata questa soglia si inizia a parlare di ipertrigliceridemia. Tuttavia, in particolare per le malattie cardiovascolari come ictus, infarto del miocardio o angina pectosis, anche un “semplice” valore elevato di trigliceridi può comportare conseguenze serie. L’ipertrigliceridemia può spesso presentarsi anche come effetto di un’altra condizione patologica.
Come si manifesta
Generalmente l’ipertrigliceridemia non comporta sintomi visibili, ma a volte può dare vita a eruzioni cutanee caratterizzate da veri e propri grappoli di bolle. Nelle persone che registrano un valore di 1000 milligrammi di trigliceridi per decilitro, può verificarsi la cosiddetta “lipemia retinalis”, una manifestazione rara che comporta un’alterazione dell’aspetto di arterie e vene della retina e, talvolta, del fondo dell’occhio. Tra gli altri effetti che comporta l’ipertrigliceridemia ci sono l’igrossamento di fegato e milza, forme di pancreatite spesso anche acuta. Nel caso del paziente tedesco, ad esempio, i sintomi riscontrati al suo arrivo al pronto soccorso hanno riguardato nauea, dolori e disturbi neurologici.
Perché si verifica
La causa principale dell’ipertrigliceridemia è, senza dubbio, legata a una non corretta alimentazione e, conseguentemente, a situazioni di obesità, diabete, consumo di alcol o insufficienza renale. Il paziente di Colonia, ad esempio, ha presentato situazioni di obesità, insulino-resistenza e, soprattutto, la mancata assunzione dei farmaci prescritti per curare il diabete. Per questi motivi il sangue aveva raggiunto un livello di densità tale da bloccare addirittura la macchina da plasmaferesi, motivo per cui lo staff sanitario ha dovuto procedee con il “salasso”, un prelievo cioè di ingente quantità di sangue con l’obiettivo di ridurne l’apporto nelle arterie del paziente e far abbassare così la pressione arteriosa. I dati sono pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine.
Come si cura
Statine, fibrati e Omega 3 sono tra i farmaci più utili per curare l’ipertrigliceridemia. Oltre a questi, come accennato, c’è la plasmaferesi, estremamente indicata in particolare per intervenire nei casi di sangue particolarmente denso. In più, quando si manifestano situazioni di questo tipo, è fondamentale un drastico cambio dello stile di vita del paziene, dall’introduzione di una corretta alimentazione all’attività fisica finalizzata alla perdita di peso.