“Il dono che salva, consapevolezza sull’uso del sangue donato“. Questo il titolo dell’iniziativa organizzata dall’Avis di San Gavino Monreale (Sud Sardegna) e patrocinato dal Comune della cittadina sarda in collaborazione con l’associazione Thalassa Azione Medio Campidano.
L’evento, in programma sabato 16 marzo, sarà moderato dal giornalista Anthony Muroni che presenterà, durante la prima parte, il suo docufilm “Il sogno di una vita (quasi) normale“. Nella seconda parte dell’incontro interverranno invece alcune persone che hanno dovuto ricevere del sangue in seguito ad eventi traumatici o trapianti e racconteranno la loro esperienza.
«Eventi come questo sono importanti – spiega Diego Cotza, presidente di Avis San Gavino a DonatoriH24 – perché ci consentono, grazie alle testimonianze dirette, di far capire ai donatori quanto sia meritoria la loro opera, quanto ogni singola unità di sangue donata possa fare la differenza per i pazienti».
A questo scopo aiuta proprio il documentario di Muroni, un racconto di 45 minuti in cui si alternano pazienti, medici, ricercatori. Un film che è un viaggio nel dolore ma, anche, nella rinascita: dalla diagnosi prenatale, all’assistenza e alle nuove cure, dalla terapia genica, al trapianto di midollo.
Commissionato da Thalassa Azione, l’associazione presieduta da Ivano Argiolas e punto di riferimento per un migliaio di talassemici sardi, il documentario racconta il progetto di Antonio Cao, medico ricercatore che sognava di trovare una cura alla talassemia.
Luminare di fama mondiale, Cao, è scomparso nel 2012 a 83 anni dopo anni di impegno alla direzione della clinica pediatrica dell’Università fin dal 1974. Un percorso di vita che ha fatto della ricerca il suo punto di forza e dell’Ospedale Microcitemico del capoluogo sardo il suo presidio. I cornicioni colorati delle sue finestre sono lo sfondo delle tante storie di donne e di uomini con talassemia, per i quali, oggi, il sogno di una vita (quasi) normale si è fatto realtà.