Midollo osseo,
miti da sfatare

2019-01-14T18:34:59+01:00 11 Gennaio 2019|Regole|
di Marta Perroni

La donazione di midollo osseo è un gesto di generosità. Non compromette la salute del donatore e può invece aiutare le persone vittime di malattie gravi per le quali è necessario il trapianto di midollo come talassemie, leucemie, linfomi, mielomi e malattie tumorali o genetiche. Per questi pazienti il trapianto di midollo, spesso, rappresenta l’unica possibilità di terapia.

Solo una persona su centomila è compatibile con chi è in attesa di un trapianto di midollo osseo, per questo la ricerca di donatori e l’adesione alle campagne di sensibilizzazione è molto importante. Chi decide di donare il midollo osseo può fare riferimento ad Admo, l’associazione di donatori di midollo che fornisce assistenza durante tutte le fasi di analisi e prelievo.

La procedura non è particolarmente dolorosa, e al contrario di cosa spesso si sente dire, la cura farmacologica pre intervento non è pericolosa.

Le procedure, dalle analisi alla tipizzazione del patrimonio genetico, vengono effettuate proprio presso una sede dell’associazione e i risultati inviati al Registro regionale. In caso di compatibilità, l’Admo aiuta ad organizzare il prelievo presso un Centro di ematologia che invia il midollo osseo a destinazione.

Il lavoro dell’Admo e delle associazioni che lavorano per informare e sensibilizzare i cittadini sta effettivamente avendo un riscontro sempre più soddisfacente. Secondo i dati dell’Ibmdr che dal 1989 registra i donatori che si rendono disponibili al prelievo volontario, nel 2017 ci sono state venticinque mila nuove registrazioni, ottocentoquaranta trapianti avvenuti da un non familiare e novantacinque casi di midollo osseo donato da un cittadino italiano poi esportato all’estero per aiutare un paziente di un altro Paese.

Il prelievo di midollo può essere di due tipi, la scelta del tipo di prelievo dipende dalle indicazioni del trapiantologo, in base alle necessità del paziente e dalla disponibilità del donatore alla tipologia richiesta.

8 volte su 10 si avvale del metodo chiamato “Aferesi” ovvero il prelievo del midollo da sangue periferico. La donazione, in questo caso, prevede la somministrazione, nei 5 giorni precedenti la donazione, di un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico, viene spiegato dall’Admo.
Tale tipologia di prelievo, la più recente, si avvale dell’utilizzo di separatori cellulari: il sangue prelevato da un braccio attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto viene reinfuso nel braccio opposto.

La donazione del midollo, può essere fatta anche, attraverso quella che è a tutti gli effetti una misura chirurgica e si svolge in una sala operatoria. È quindi necessario, anche per i più motivati, sapere cosa essa significhi. L’Admo, i medici e altre associazioni aiutano a capirlo meglio, ecco un riassunto delle risposte alle domande più frequenti:

1. Anestesia: il prelievo avviene in un centro autorizzato, in anestesia generale (sedazione profonda) o epidurale e dura dai quarantacinque ai sessanta minuti. L’anestesia generale è utilizzata per circa il novantasei per cento dei donatori di midollo. Il tempo medio dell’anestesia e dell’operazione è inferiore a due ore.

2. Prelievo: Il midollo viene prelevato in maniera diretta dalle ossa del bacino (creste iliache posteriori) con l’aiuto di una siringa munita di ago. La quantità di sangue midollare che viene prelevata varia in funzione del peso del ricevente (da mezzo litro a 1), ovviamente senza poter mai superare una dose di sicurezza determinata dal peso del donatore. Dopo il prelievo, il donatore è tenuto normalmente sotto controllo da ventiquattro a trentasei per poi essere dimesso.

3. Operazione: durante la donazione del midollo, si viene posti a pancia in giù. Tenendo conto che il prelievo varia leggermente da un ospedale all’altro, generalmente i medici usano speciali aghi cavi per prelevare il midollo liquido (dove il corpo produce le cellule che formano il sangue) da entrambi i lati della parte posteriore dell’osso pelvico. Le incisioni sono lunghe circa sei millimetri e non richiedono punti.

4. Effetti collaterali: quelli più comuni segnalati a due giorni dalla donazione sono dolore alla schiena o all’anca, affaticamento e dolore muscolare. Ma, in genere, gli effetti più comuni scompaiono nel giro di pochi giorni. Il tempo medio per il recupero completo dopo una donazione è di circa venti giorni ma si consiglia un periodo di riposo di circa quattro o cinque giorni.

5. Rigenerazione: il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in poco più di una settimana. La sede nazionale del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo conosciuto come Ridmo o con la sigla internazionale Ibmdr per Italian Bone Marrow Donor Registry, si trova a Genova presso “Ospedali Galliera”.

Dall’istituto genovese vengono coordinati i registri regionali ai quali ogni centro donatore più piccolo fa riferimento. I centri donatori hanno sede nelle strutture ospedaliere, reclutano i donatori e si occupano della loro caratterizzazione immunogenetica appoggiandosi ad un laboratorio. È importante ricordare che il registro italiano non opera solo sul territorio nazionale, ma è collegato con i Registri di Donatori di Midollo Osseo in tutto il mondo (World Marrow Donor Association Wmda). Per iscriversi al Registro Donatori di Midollo Osseo è necessario contattare il Centro Donatori più vicino e prenotare un appuntamento, durante il quale personale sanitario provvederà a raccogliere informazioni sullo stato di salute del possibile donatore ed effettuare un prelievo di saliva o di sangue su cui verrà effettuato un primo screening genetico. Questo permetterà di inserire nella scheda del potenziale donatore le informazioni genetiche necessarie a stabilire la compatibilità per la donazione e il trapianto.