È morto il luminare Ferdinando Aiuti,
combatteva gli stereotipi sull’Aids

2019-01-10T12:08:43+01:00 9 Gennaio 2019|Primo Piano|
di Marta Perroni

Questa mattina è morto a Roma il professor Fernando Aiuti. Luminare nella ricerca immunologica e pioniere della lotta contro l’Aids. Il medico era ricoverato presso il reparto di Medicina Generale per il trattamento di una grave cardiopatia ischemica da cui era affetto da tempo. 

Le circostanze della morte, avvenuta per le complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale della struttura ospedaliera, hanno fatto aprire un’indagine di accertamento dalla Procura di Roma per il sospetto di caduta volontaria. 

Nato a Urbino nel 1935, si era laureato in medicina nel 1961 all’Università La Sapienza di Roma, dove in seguito diventò, fino al 2007, professore ordinario di Medicina Interna, direttore e docente della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica, e coordinatore del Dottorato di Ricerche in Scienze delle Terapie Immunologiche. 

Era allergologo, immunologo, reumatologo, infettivologo, esperto nella cura di malattie autoimmuni, connettiviti, vasculiti, asma, immunodeficienze, infezioni ricorrenti, allergie e intolleranze alimentari, vaccini.

Ma ciò che tutti ricordano del Professore è il suo impegno e devozione alla ricerca nell’ambito della lotta contro l’Aids. Ferdinando Aiuti aveva fondato, nel 1985 l’Associazione Nazionale per la lotta contro l’Aids (Anlaids), di cui era presidente onorario. La prima associazione italiana di sensibilizzazione e informazione oltre che a forte sostegno della ricerca. 

L’impegno di Aiuti è stato però fondamentale nell’infondere grande forza emotiva alle persone affette da Hiv. Aveva combattuto duramente e a lungo contro gli stereotipi diffusi sulla malattia, luoghi comuni infondati che contribuì ad abbattere, simbolicamente, baciando sulla bocca in pubblico nel 1991 Rosaria Iardino, una donna sieropositiva.

Episodio che ai tempi aveva avuto molta eco mediatica ma di cui, più tardi, con rammarico raccontò che era «servito a togliere dubbi a molte persone, ma non a tutti, visto che esistono ancora questi episodi di non conoscenza del problema».

Rosaria Iardino in un tweet lo ricorda così «il mio uomo del bacio, grande immunologo e uomo, con lui ho litigato tantissime volte.. Ricordando l’uomo e il professore non posso fare altro che dire grazie per il suo enorme contributo alla lotta contro l’Aids».