Donare sangue fa bene. Per molti motivi: perché ci si sente meglio quando si sa di aver fatto qualcosa che può aiutare gli altri, perché ci si sottopone a controlli periodiodici che aiutano a tenere sotto osservazione il nostro stato di salute, per citarne solo due.
Ed è su quest’ultimo punto che ci soffermiamo. Il donatore periodico è sottoposto a controlli ematochimici. Essi riguardano la virologia e l’osservazione di alcuni valori del sangue. I controlli del primo tipo sono in effetti screening di alcuni marcatori virali come epatiti e Hiv e di un’infezione batterica quale la triponema pallido (causa della sifilide). Per l’esattezza: HbsAg, Anticorpi anti Hcv, test sierologico per la ricerca combinata di anticorpo anti HIV 1-2 e antigene HIV, anticorpi anti-treponema Pallidum con metodo immunomentrico, Hcv nat, Hcv nat, HIV nat. Gli altri valori da controllare obbligatoriamente sono: glicemia, creatinina, alaninamino-trasferasi, colesterolemia totale e HDL, trigliceridemia, protimedia totale, ferritina.
L’elenco completo degli esami si trova all’interno dell’allegato IV parti A e B del decreto del ministero della Salute del 2 novembre 2015 (clicca qui per visionarlo)
Il numero di novembre-dicembre della rivista “Noi in Fidas” presenta un interessante approfondimento dal titolo “Le analisi del donatore” dove Simonetta Pupella, responsabile dell’area sanitaria del Centro Nazionale Sangue, accompagna il donatore nella lettura dei risultati degli esami (clicca qui per visionarlo).