Il 2019 secondo gli avisini, Gianpietro Briola:
Difendiamo la gratuità e volontarietà del dono

2019-01-24T16:58:27+01:00 27 Dicembre 2018|Curiosità|
Tiziana Barrucci

Che tipo di 2019 sperano i donatori di sangue avisini? Lo abbiamo chiesto, una voce per tutte, al presidente nazionale, Gianpietro Briola. Nei suoi primi cinque mesi di mandato, il presidente ha già dovuto affrontare diverse questioni spinose: la riforma del terzo settore, il calo delle donazioni, la necessità di una maggiore sensibilizzazione sulla donazione del plasma, per citarne solo alcune.

Eppure alla domanda qual è il suo augurio per il 2019, Briola non ha esitazioni e cita due auguri da tenere in mente e su cui «lavorare sodo» nel prossimo anno:

1. La difesa del sistema sangue, in particolare della donazione del sangue, che deve restare anonima, gratuita e volontaria.

2. La collaborazione, sempre più stretta, tra associazioni e mondo delle istituzioni.

«L’anno associativo che si conclude, ricco di impegni e di progetti, porta con sé una stagione di rinnovamento, di trasformazione del sistema, di una maggiore disponibilità all’impegno». Ma la difesa del sistema sangue italiano, secondo Briola, è fondamentale. E deve passare «per il suo potenziamento e per un’omogenizzazione a livello nazionale del sistema trasfusionale».  D’altra parte, il sistema sangue italiano, con la sua fondamentale caratteristica di genuinità del dono, sembra oramai  sotto  “attacco” da parte di chi lo vorrebbe sempre più “aperto al mercato”. Eppure oggi esso rappresenta, a livello mondiale, un esempio virtuoso da seguire. I suoi capisaldi invece, ritiene Briola, vanno tutelati.

Bisogna quindi lavorare molto e bene. E di lavoro c’è bisogno anche per rilanciare la collaborazione tra associazioni del mondo del sangue e istituzioni, «in modo da potenziare la raccolta e permettere un accesso alla donazione sempre più facile». Questo significa, ad esempio, orari dei servizi sempre più flessibili, in modo che si possa andare incontro alle esigenze dei donatori. La vita frenetica che tutti conduciamo ci concede sempre meno spazio da dedicare ad attività diverse da quelle del lavoro o della famiglia: ritagliarsi uno spazio per fare un “dono” è sempre più difficile, bisogna quindi permettere a chi vuole continuare a farlo di poter donare durante i week end, o in orari più comodi.