Ematologia, l’Italia ai vertici mondiali grazie a un medico di 34 anni

2018-10-26T17:13:45+02:00 26 Ottobre 2018|Primo Piano|
di Gianluca Colletta

Italia ai vertici mondiali nel campo dell’ematologia. Il merito è del giovane ricercatore Claudio Cerchione che ha ricevuto un importante riconoscimento da parte dell’European hematology association – EHA  (Associazione europea di ematologia). Un premio basato su curriculum, titoli e lavoro scientifico fatto nel corso dell’attività professionale e che ha premiato i migliori 15 giovani under 40 al mondo. Il dottor Cerchione è stato scelto insieme ad altri giovani per andare a far parte di una squadra che si impegnerà nel campo della ricerca ematologica.

«Si tratta di una bella soddisfazione – ha detto Cerchione a Dontaorih24.it – che mi ha fatto sentire gratificato dei tanti sforzi che ho fatto. Soprattutto è una bella cosa per il nostro Paese perché in Italia troppo spesso pensiamo di non riuscire ad eguagliare quello che viene fatto all’estero e invece al nostro interno abbiamo menti e professionalità che invece poi vengono apprezzate a livello mondiale».

Una scelta, quella di studiare e dedicarsi all’ematologia, che è nata dall’attività di volontariato. Cerchione infatti è donatore di sangue e in questo campo ha lanciato anche un progetto con l’Ospedale Santobono-Pausilipon dal titolo “Dono sangue, dono vita”.

Il premio consentirà al giovane ricercatore classe ’84 di frequentare un importante corso di ricerca clinica in ematologia condotto dall’Associazione europea di ematologia in collaborazione con l’American society of hematology. L’obiettivo è quello di permette ai giovani ricercatori di approfondire la loro formazione e di iniziare un percorso nella ricerca traslazionale ematologica.

«Sono rimasto sorpreso quando ho saputo la notizia della vincita del concorso. Avevo partecipato – ha raccontato Cerchione – raccogliendo tutti i miei lavori e spedendo i documenti poco prima della scadenza dei termini. In realtà il premio è più importante di quanto avevo immaginato e quando ho dato la notizia ai miei colleghi sono stato festeggiato con un calore che ha superato ogni mia aspettativa. Il riconoscimento mi rende ancora più orgoglioso perché sono partito da Napoli da zero».

Nato a Napoli, ha svolto il suo percorso professionale alla Federico II, dove ha completato con massimo dei voti e lode sia la laurea in Medicina e Chirurgia, sia la specializzazione in Ematologia ed il Dottorato di Ricerca in “Terapie avanzate medico-chirurgiche”. Cerchione ha sempre scelto la sua città, nonostante avesse vinto concorsi in diversi istituti importanti come Firenze o Milano, fino a quando non è recentemente entrato a far parte come dirigente medico dell’équipe di Ematologia dell’Istituto Tumori della Romagna (Irst) Irccs.

«Ho fatto la mia tesi con il professore Bruno Rotoli e mi sono interessato, sia a livello clinico che di ricerca, di leucemie, mielomi, ematologia pediatrica. Sono reduce da poco da un’esperienza in Germania. Ho cercato di essere presente a eventi nazionali e internazionali. Fino ad oggi però avevo sempre scelto di rimanere nella mia città perché forse a Napoli qualcosa di buono si può fare. L’obiettivo è quello di crescere a livello di protocolli perché andiamo verso un mondo in cui non serve la fuga del paziente. Se a livello mondiale le procedure e i protocolli sono uguali ovunque, vuol dire che ci si può curare bene anche in Italia. Adesso mi sono trasferito nell’equipe coordinata dalla dr.ssa Sonia Ronconi sotto la direzione scientifica del professor Giovanni Martinelli all’Istituto tumori della Romagna (Irst) Irccs. Ho scelto l’IRST perché è uno dei migliori istituti di Europa, ma il mio sogno più grande è di continuare a collaborare scientificamente anche con i centri napoletani nei quali sono nato e cresciuto. A volte è difficile fare le cose nella propria città. Non sempre crediamo nei giovani e nelle nostre capacità, ma questo premio dimostra il contrario!»