Volontariato e comunicazione, ecco come si gestisce la crisi

2018-10-06T22:31:16+02:00 6 Ottobre 2018|Attualità|
di Sara Catalini

Imparare a gestire la crisi nel no profit prima ancora che si palesi non è semplice. Sono tanti i fattori che possono minare la reputazione di un’associazione del Terzo Settore o costringerla ad affrontare un’emergenza. Diventa fondamentale organizzare una strategia, soprattutto dal punto di vista comunicativo, per prevenire e rispondere alle emergenze in modo adeguato: «Dopo il terremoto di Amatrice sono stato sommerso da telefonate h24 – racconta a DonatoriH24 Cristiano Lena, responsabile dell’ufficio stampa di Fidas nazionale – In una situazione di pericolo come quella ci sono due esigenze da soddisfare: da un lato bisogna rispondere alle domande di pubblico e stampa, dato che nella realtà della donazione del sangue non tutti hanno le idee chiare su come funziona. Dall’altro, è importante come comunicatori esercitare il proprio diritto alla disconnessione dopo aver dato la massima disponibilità. Staccare la spina e il telefono è una necessità per chi si occupa di relazioni pubbliche. Bisogna cercare un equilibrio».

LITIGATION PR – GESTIRE LE CONTROVERSIE PUBBLICAMENTE NEL NO PROFIT

Proprio di crisi e reputazione mediatica si parla nel volume 78 della collana “I Quaderni” di Cesvot dal titolo “La gestione della crisi negli enti di terzo settore” (pp. 191), che porta la firma di Stefano Martello, giornalista e comunicatore, che da molti anni si occupa anche di comunicazione nel terzo settore. Nel li bro l’autore affronta una riflessione riguardo gli strumenti che il terzo settore usa per proteggere la propria reputazione. Nel testo argomenta la necessità che il no profit si doti di un “Litigation PR”, entità formalizzate negli Stati Uniti già dagli anni ’80, che, come spiegato nel testo:  “Permettono di gestire la reputazione di un singolo o di un’organizzazione complessa nel momento in cui la stessa viene minacciata dal coinvolgimento in una controversia giudiziaria”.

Le “Litigation Public Relations” (o Litigation PR) sono le attività giornalistiche e di relazioni pubbliche finalizzate alla gestione del processo di comunicazione nel corso di procedimenti o controversie legali. Si tratta di un insieme di attività che ha lo scopo di influire sulle conseguenze o l’impatto della vicenda sulla reputazione di una persona o di una società operando in modo armonico e coerente con la tempistica processuale.

L’autore propone quindi l’aggiunta di una difesa mediatica a posteriori di qualunque procedimento giudiziario che coinvolga un’associazione del terzo settore. Si aggiunge una parte coinvolta in un processo di Litigation PR: il comunicatore. L’inserimento di questa figura è inesistente nel panorama legislativo italiano e sicuramente di difficile inserimento vista la difficoltà di adattare le norme della deontologia forense. Sopravvive come consulenza esterna in forma privata, offrendo dei servizi che di fondo evitano che una controversia sia influenzata dalla disparità tra accusa e difesa, proteggendo la reputazione del cliente prima e durante il processo o il dibattito: «Potrebbe essere una figura utile per il nostro settore – commenta Cristiano Lena – Dipende dalle situazioni, ma spesso nei casi dove si parla di emergenza sangue prima del tempo, urgerebbero interventi mirati per evitare che si comincino a diffondere notizie senza conferme».

IL PESO DELL’OPINIONE PUBBLICA

Il volume di Martello spinge a riflettere sul ruolo preponderante dell’opinione pubblica. Oggi appare infatti inevitabile costringersi a ragionare sia sulle scelte associative, ma soprattutto sul modo in cui vengono percepite e veicolate con i mezzi di comunicazione. In sostanza, nessuno è immune da incidenti più o meno gravi dal punto di vista mediatico e studiare una strategia per affrontarli può essere un importante scudo.