Giorgio Arena, 58 anni, è donatore dal 1991. Diplomato odontotecnico, «ma nella vita ho deciso di fare tutt’altro». Come scrivere poesia, fare l’istruttore in palestra, occuparsi di abbigliamento, donare sangue.
Però qualcosa è accaduto poche settimane fa. All’ospedale San Luca di Lucca non gli hanno permesso di fare la sua donazione. «Donare è l’unica cosa concreta che riesco a fare per la collettività. E invece me lo hanno rifiutato, mi sono sentito offeso. Sto seriamente valutando di incaricare il mio avvocato di seguire la faccenda. Voglio che sia fatta chiarezza». Secondo Arena, la motivazione con cui gli è stato impedito di donare «non sta in piedi».
Arena ama il fitness e il body building, cura spirito e fisico. «Mi sottopongo di frequente ad analisi e mi confronto spesso col mio medico. Non ho alcun problema di salute – racconta – e non capisco come sia possibile che non possa donare il sangue».
L’ostacolo che hanno riscontrato i dottori del centro trasfusionale del San Luca di Lucca è la creatinina, il risultato della degradazione della creatina fosfato. Sostanza che si trova nel muscolo scheletrico e nel cuore per i quali è una fonte di energia insostituibile. La creatinina come è facile immaginare, va a finire nel sangue, per poi essere filtrata dai glomeruli renali ed eliminata con le urine.
Il dosaggio della creatinina fornisce informazioni sull’efficienza della funzionalità dei reni, gli organi deputati al filtraggio del sangue.
«Due anni fa sono stato fermato per la prima volta, ma poi, dopo un consulto, i medici dissero che potevo tranquillamente donare», spiega Arena. Ha poi saltato un anno di donazione. Voleva riprendere qualche settimana fa, e si è sottoposto alle analisi. E’ così che i medici hanno trovato un valore alterato della creatinina. Eppure, dice Arena, la creatinina «non è affatto una spia della qualità del sangue donato». E’ per questo che ritiene di essere stato «discriminato».
Un valore di creatinina troppo alto in senso assoluto non pregiudica la qualità del sangue, ma è comunque un campanello di allarme da non trascurare, soprattutto se permane per un periodo molto lungo o se emerge ad ogni rilevazione effettuata, spiegano a Donatorih24 dal Centro di medicina trasfusionale dell’ospedale San Luca. E proseguono: il donatore è stato sospeso temporaneamente, prima di tutto per tutelare la sua salute.
«Per noi infatti – evidenzia la direttrice del Centro, la dottoressa Rosaria Bonini – anche in un momento d’emergenza sangue come quello attuale, la salute del donatore viene prima di tutto. Se a settembre il valore sarà nella norma e saranno confermati i criteri di idoneità previsti dalla legge, il donatore potrà donare nuovamente».
I professionisti dell’ospedale hanno dato ad Arena alcune indicazioni, in particolare sulla dieta ed altri comportamenti da tenere, per far rientrare il valore nei giusti parametri. Se questo non basterà e se Arena lo vorrà, l’ospedale si dice anche disponibile a seguirlo con i propri professionisti per approfondire le cause di questo valore fuori dalla norma.
Insomma, se Arena a settembre avrà il valore nella norma, previa conferma del giudizio di idoneità, potrà tranquillamente tornare a donare.