Epatite B: in Africa
un test a 20 dollari

2018-07-12T12:03:03+02:00 12 Luglio 2018|Attualità|

Alcuni ricercatori europei e africani stanno sviluppando un test del sangue dell’epatite B, che potrebbe aiutare a identificare pazienti nelle regioni più povere dell’Africa a un costo irrisorio di 20 dollari.

Lo studio è stato condotto dall’Imperial College di Londra, in collaborazione con l’Unità del Consiglio di ricerca medica del Gambia presso la Scuola di Igiene e Medicina Tropicale a Londra, in collaborazione con l’Istituto Pasteur di Parigi e altre istituzioni africane ed europee. L’analisi ha coinvolto i dati di centinaia di pazienti affetti da epatite B in Gambia, che facevano parte dello studio Prolifica (Prevenzione della fibrosi epatica e del cancro in Africa).

Il risultato della ricerca è una valutazione, ottenuta con due esami del sangue, per intervenire su malati che richiedono un trattamento immediato contro il virus dell’epatite B.

DUE ESAMI DEL SANGUE A COSTO RIDOTTO

Il test prevede una misurazione della presenza di antigeni, proteine ​​prodotte dal virus, e un’altra degli enzimi prodotti dal fegato in risposta: «Questo potrebbe potenzialmente aiutare a diagnosticare e successivamente trattare migliaia di persone in tutta l’Africa», ha dichiarato il Dott. Maud Lemoine del Dipartimento di Chirurgia e Cancro dell’Imperial College.

Il metodo è tanto accurato quanto quello usato nei test esistenti, per identificare i pazienti che necessitano di trattamento immediato, ma a una cifra considerevolmente minore rispetto ai 100-500 dollari previsti per i test attuali.

CURARE L’EPATITE B IN MODO VELOCE ED EFFICACE

«L’obiettivo è di estendere l’accesso al test in Africa e di svilupparne uno che con la puntura del dito possa combinare i due esami del sangue» – ha detto Lemoine – «Immaginiamo di schermare la popolazione, facendo una puntura del dito che misura i livelli del principale enzima epatico e rileva l’antigene virale, ottieni il risultato sul posto dopo pochi minuti».

Nonostante l’esame diagnostico per la malattia sia basso, in Africa è ancora difficile gestire i trattamenti in modo efficace e a lungo termine. Il trial in questione potrebbe somministrato spendendo ancora meno del previsto e non richiederebbe altre risorse economiche da investire in futuro, rendendolo accessibile ai pazienti dell’Africa sub-sahariana, dove la malattia è diffusa, ma le strutture di laboratorio non sono sempre facilmente accessibili.

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